sabato 15 ottobre 2011

Un'assicur​azione pagliaccia​ta

Gli italiani, all'inizio di ogni anno, ricevono puntualmente le lettere dell’INAIL riguardanti la richiesta di pagamento dell’assicurazione delle casalinghe, prevista da una legge del '99 che ammonta a €. 12,91.
L’importo è esiguo e pertanto non può certo coprire tutte le prestazioni infortunistiche. Sarebbe stato meglio, allora, pagare un premio maggiore per ottenere rendite vitalizie più alte e condizioni contrattuali adeguate al rischio. Un contratto assicurativo obbligatorio con una società esterna poteva risolvere il problema. Quindi denaro buttato alle ortiche.
Il riconoscimento, poi, di un infortunio per inabilità permanente pari o superiore al 33% è difficile da ottenere per l’alta percentuale. A mio parere, si dovevano risarcire tutti gli infortuni casalinghi, anche i più piccoli, applicando un rating medio e di buon senso.
Riguardo alla deduzione dell’importo ai fini fiscali, una vera beffa a danno dei consumatori. Il beneficio in sede di dichiarazione dei redditi risulterà di qualche centesimo di euro in meno e ne potranno usufruire solo poche persone.
La lettura dell’opuscolo "Nessuno lavora quanto le casalinghe" e la visione del sito " Casa dolce casa" svela come viene considerata dallo Stato la casalinga. La guida indica le cause degli incidenti e si ha l’impressione che la donna svolga il proprio lavoro con superficialità e disattenzione, quindi appare agli occhi di tutti come una "scema di casa".
In ultima analisi, in caso di contestazioni le spese di ricorso per l’eventuale richiesta di risarcimento del danno, risulteranno di gran lunga superiori alla rendita da percepire.
E allora, perché non corrispondere alle assicurate un compenso fisso mensile per il lavoro svolto in casa?

Vasco Pardini

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