domenica 15 maggio 2011

AUTOSTRADA TIRRENICA: FINALMENTE SI SCOPRE COSA C'E' DIETRO

La Benetton vende il 70% di autostrade a LegaCoop, al Monte dei Paschi, Unieco, ecc., insomma siamo piu' o meno alle stesse societa' proprietarie dell'inceneritore.

Ovviamente il PD non ne sapeva nulla...

 



Autostrade per l’Italia S.p.A. ha raggiunto un accordo con Banca Monte Paschi di Siena S.p.A., Holcoa S.p.A. (holding di concessionarie autostradali i cui azionisti sono CCC, CMB, CMC, Unieco, Cooperare e UGF Merchant), Vianco S.p.A. (partecipata al 100% da Vianini Lavori S.p.A. del Gruppo Caltagirone), Società Autostrada Ligure Toscana S.p.A. (Gruppo SIAS) per la cessione di una partecipazione pari a circa il 69,1% detenuta in Società Autostrada Tirrenica S.p.A. (SAT).
La SAT, controllata oggi al 94% da Autostrade per l’Italia, è concessionaria del tratto autostradale in esercizio A12 Livorno-Rosignano (ca. 37 Km). La Società ha inoltre la concessione per realizzare il completamento dell’A12 Livorno – Civitavecchia per circa 206 km, di cui un primo lotto di 4 chilometri tra Rosignano e S. Pietro in Palazzi è in corso di costruzione. A marzo 2011 è stato presentato ad ANAS il progetto definitivo dell’opera, che prevede un importo complessivo di investimenti stimato in circa 2 miliardi di euro.
Ad esito dell’operazione, che vede l’ingresso nel capitale di soci di riconosciuta competenza e affidabilità, le quote di partecipazione di SAT saranno le seguenti: Autostrade per l’Italia 24,89%, Holcoa 24,89%, Vianco 24,89%, Banca Monte di Paschi di Siena 14,94%, Società Autostrada Ligure Toscana che, essendo già azionista di SAT al 5,57%, per effetto dell’acquisizione di un ulteriore 4,38% verrà a detenere una partecipazione complessiva pari a circa il 9,95%, altri soci (circa 0,4%).
Il controvalore per la cessione del 69,1% della partecipazione in SAT ammonta a 67,7 milioni di euro, generando una plusvalenza consolidata per il gruppo Atlantia stimabile in circa 40 milioni di euro, oltre al provento che potrebbe risultare dalla riespressione al fair value, nel bilancio consolidato, della quota residua di partecipazione in SAT che Autostrade per l’Italia continuerà a detenere.
Il trasferimento delle azioni è subordinato alle autorizzazioni di ANAS, dell’autorità Antitrust nonché all’esperimento della procedura prevista dallo Statuto di SAT per l’eventuale esercizio del diritto di prelazione da parte degli attuali soci di minoranza.

Dal Corriere Etrusco.it

domenica 8 maggio 2011

LA LEOPOLDA: L'INNO DELLA TIRANNIDE

La democrazia è un'infezione dello spirito! Viva un'Europa Imperiale delle Patrie! "L'Italia è solo un'espressione geografica" (C. Metternich)

Un grazie a tutti gli eroi come "il gatto" Enrico Bartelloni, ai massoni come Guerrazzi e Montanelli, ai preti dissociati dalla Chiesa come il cappellano Giovan Battista Baggini, alla gente comune e ai miei antenati che ebbero il coraggio l'11 maggio 1849 di sollevarsi contro un tiranno straniero per non sentire mai piu' suonato questo inno:

http://youtu.be/vY_vL9BZGX0

e a tutti quelli che non ebbero il tempo di vivere per poter apprezzare il significato delle parole di Mameli.

Riccardo D'Ambra

L'ALBA DELLA LIBERTA'


La lapide con la scritta di una parte dei caduti della rivolta

Nel parlare dei moti risorgimentali italiani si citano spesso le giornate delle eroiche difese di Milano, Napoli, Venezia, ma raramente si ha notizia delle eroiche due giornate di Livorno.      
Nel 1848 Iniziano in Italia e in Toscana i primi moti insurrezionali. Il 6 Gennaio Livorno insorge, per le strade iniziano i volantinaggi liberali e il 9 gennaio il ministro Ridolfi fa arrestare il Guerrazzi, per attività sovversiva, ma il 15 febbraio il Granduca, pressato dagli avvenimenti, ma che fu per questo gesto da alcuni definito principe riformatore, concede lo statuto e di conseguenza torna in libertà.
Viene emanata dal Granduca anche la legge elettorale e quella sulla libertà di stampa .
Di Leopoldo lo scrittore Biagi dice che “L'Italia l'han fatta in molti ma non bisogna dimenticare quelli, come Leopoldo II, che l'han lasciata fare.
2500 volontari livornesi partono per la lombardia per combattere per l'indipendenza italiana; lo stesso granduca invia un corpo di spedizione in aiuto sotto l'insegna tricolore con lo stemma mediceo al centro.
Ma tutto ciò fa risentire Il governo Austriaco cui non piace che il ramo cadetto di casa Lorena (e potenziale prossimo imperatore d'Austria) aiuti i nemici dello Stato. e Leopoldo viene richiamato a migliori consigli.
Ma nonostante una certa permissività nel granducato, il clima insurrezionale si fa sentire anche a Livorno.
Il 27 Agosto durante una sommossa, il popolo entra a forza nel forte S. Bernardo, detto anche di Porta Murata, sfonda i magazzini e si arma per poter far fronte alle truppe governative Leopoldine. In piazza grande avvengono vari scontri con numerosi morti e feriti..
Il Guerrazzi entra in una commissione governativa e Montanelli è nominato governatore di Livorno
Il 24 ottobre giunge Giuseppe Garibaldi acclamato dalle folle e arringa i livornesi dal balcone di un albergo.
Il 27 ottobre il granduca nomina ministri Guerrazzi e Montanelli nel primo ministero democratico d'Italia.
Si arriva così al 1849, il 21 febbraio Il Granduca timoroso delo svilupparsi degli eventi trovandosi già a Porto S. Stefano si imbarca su un legno inglese e si rifugia a Gaeta.
Dopo episodi sfortunati i patrioti toscani sono scoraggiati e cedono lentamente al restauro dei Lorena, solo Livorno resiste.
Giunge a Livorno Giuseppe Mazzini e dal palazzo del governatore esorta i livornesi ad aver fiducia nel nuovo governo che sostituisce il granduca dichiarato decaduto.
A Firenze avvengono conflitti con le truppe governative, il Guerrazzi è arrestato e il 12 aprile il comune fiorentino dichiara restaurata la monarchia costituzionale di Leopoldo II.
Il 18 Aprile non accettando la decisione della restaurazione, i livornesi dichiarano il tradimento del comune di Firenze e proclamano la resistenza. Si preparano le trincee e le armi decisi a resistere ad oltranza, nonostante gli appelli del vescovo Gavi alla moderazione.
La statua di Leopoldo II viene abbattuta di cittadini in tumulto; Il Demi offeso dal trattamento della sua opera, abbandona la città. (La statua dopo anni di abbandono in magazzini comunali è stata ripresa negli anni '60 del '900 e collocata nell'attuale sede di piazza XX Settembre).
Il 21 aprile giunge notizia che truppe fiorentine si avvicinano a Livorno, si batte la generale e si chiama il popolo alla difesa, si scavano buche e trincee e si appostano i cannoni alle fortificazioni ed ai lupi.
Al porto giunge il piroscafo francese La Mouette con a bordo 350 volontari lombardi ma dal comandante delle navi francesi ancorate in porto viene loro proibito lo sbarco e quei difensori si allontanano e vanno a ingrossare le file dei difensori della repubblica romana.
IL barone d'Aspre al comando di un esercito austriaco entra intanto in toscana il 5 maggio dichiarando di venire da amico per permettere il ritorno alla monarchia Lorenese.
Le truppe austriache al comando del barone d'Aspre, forti anche di un contingente modenese di 5000 uomini con il duca di Modena in Testa marciano su Livorno, arrivano prima a Pisa con la ferrovia da Lucca, (primo esempio al mondo di trasporto truppe per via ferroviaria), sorprendendo nel sonno i patrioti pisani che non se lo aspettavano, e catturandoli tutti senza colpo ferire,
Il 9 di maggio il D'Aspre passa in rivista il suo corpo d'armata dispensando a molti una medaglia d'argento con l'effigie dell'imperatore e la scritta “Italia vinta - Dio l'ha voluto “ per rivalsa per la medaglia distribuita dal Granduca ai volontari toscani in Lombardia che portava la scritta “Italia unita – Dio lo vuole”
Il 10 di maggio, gli Austriaci, grazie ai consigli di delatori pisani, puntano su Livorno giungendo senza essere notati fino ai ponti di Stagno, e dopo aver intimato la resa incondizionata fermamente e sdegnosamente respinta dai difensori, forti di oltre 50 cannoni iniziano il bombardamento della città e passano all'attacco con forze dieci volte superiori ai difensori livornesi.
I nostri pochi cannoni posizionati ai Lupi, al forte San Pietro e al Marzocco, grazie a validi artiglieri, aprono vuoti nelle file austriache, ma a questo punto dalle navi inglesi alla fonda nel porto viene intimato al capitano del marzocco di cessare immediatamente il fuoco di resistenza contro gli austriaci, inviando un'imbarcazione a portar via i troppo bravi artiglieri, minacciando di cannoneggiare dal mare la torre che e' così costretta all'inattività, e permettendo quindi il conseguente posizionamento delle batterie austriache .
La difesa più forte resta il forte San Pietro dove i bravi artiglieri tengono in scacco gli assedianti per tutto il giorno 10 fino al mattino dell'11.   

Dopo un giorno ed una notte di continui combattimenti gli austriaci l'11 maggio 1849 aggirate prima le posizioni da sud dove la difesa era più debole giungono al lazzaretto di S. Iacopo, sfondano prima ai lupi e aprono poi una breccia a porta San Marco ed entrano in città da varie direzioni ed a nulla vale l'eroismo dei difensori guidati dal Piva e da Andrea Sgarallino ai lupi che si ritira dapprima verso porta fiorentina e raggiunge poi assieme ai suoi “ bersaglieri della morte ” l'eroico Enrico Bartelloni, detto il “ gatto ” alla porta San Marco, sono con loro anche Ippolito Nievo, Giuseppe Ravenna; Il maggiore Ghilardi e il Colonnello De Serre dirigono la difesa.
Il Piva tenta invano di uccidere il duca di Modena in un agguato fuori dei lupi, ma un improvviso scarto del cavallo salva il duca dal colpo mortale, che ferisce un aiutante al suo fianco.
I patrioti resistono strada per strada costruendo improvvisate barricate sulla via Augusta Ferdinanda e via del Principe (attuali vie Palestro e Solferino) retrocedono sparando dai tetti e dai campanili.
Anche da Porta a Mare e dalle altre porte le truppe austriache forti di circa ventimila uomini travolgono la pur strenua resistenza delle poche centinaia di livornesi rimasti e dilagano per la città, fucilando quanti incontrano e depredando e saccheggiando abitazioni o quanto trovano sul loro cammino.
Anche il cappellano G.B. Maggini, avendo apertamente parteggiato per gli insorti, catturato e riconosciuto, viene fucilato.
Alle 10 del 11 maggio finisce quella che qualcuno definì impropriamente la “ generosa follia ”.
Andrea Sgarallino, il Piva e Giovanni Guarducci con altri difensori arretrati verso la marina trovano scampo a bordo di navi straniere che ne proteggono la fuga.
Alle due pomeridiane alcuni popolani tra cui Bucalossi e Contarini aprono il fuoco da una soffitta di un alto palazzo dietro il duomo sulle truppe austriache accampate provocando lo scompiglio generale tra le truppe stesse, che credettero ad un assalto in piena regola e provocandone una reazione esasperata che porto a perquisizioni, devastazioni e fucilazioni indiscriminate di quanti si trovavano nei pressi.
Il giorno stesso sono condotti nel lazzaretto di S. Iacopo otto individui trovati dispersi qua e là dei quali solo alcuni avevano preso le armi ; tenuti ammanettati in un sotterraneo, furono la mattina dopo fucilati senza processo. Venti anni dopo le loro ossa furono trasportate solennemente al cimitero comunale dove giacciono in una tomba monumentale scolpita da Lorenzo Gori con una lapide a memoria.. Successivamente in tempi recenti una lapide in Piazza San Marco viene posta accanto alla porta per tramandare ai posteri la gloriosa pagina di storia livornese
Il 14 maggio il Bartelloni visto tutto perduto si fa arrestare volontariamente dagli Austriaci gridando loro il suo disprezzo e viene pertanto fucilato la sera stessa in fortezza vecchia dopo un sommario processo, cadendo al grido di viva l'Italia. Al cimitero comunale lo ricorda una lapide con una epigrafe dettata dal Guerrazzi.
Per tutte queste gesta il gonfalone della città di Livorno sarà poi decorato nel 1906 con la medaglia d'oro al Valore. Nella sala delle adunanze del consiglio comunale una lapide è stata posta nel cinquantenario della difesa.
Da notare che al seguito delle truppe austriache c'e anche il barone Bettino Ricasoli, che per i coraggiosi difensori livornesi ha solo parole di disprezzo, ed al quale è stata comunque poi intitolata una strada della nostra città. !!
Nei due giorni di scontri le perdite degli austriaci ammontano a diverse centinaia di uomini, quelle dei difensori tra caduti in combattimento e fucilati a circa 90 unità
Finita e consolidata la conquista della città gli austriaci lasciano a Livorno un presidio di circa 4000 uomini al comando del conte di Crenneville, uomo prepotente e violento, che fa volentieri bastonare la popolazione inerme e quindi odiato da tutti i Livornesi.
Il 13 febbraio 1850 Leopoldo II ritorna a livorno ma l'accoglienza stavolta è fredda e non vi sono feste in suo onore.

sabato 7 maggio 2011

LA VERA STORIA DEL CODARDO RE CANAPONE


Per far emergere luci e ombre di un personaggio che viene troppo spesso raccontato in modo fiabesco, ecco rievocato il personaggio principale della manifestazione storica follonichese e le condizioni dell'epoca. Per chi ha voglia di leggere un pezzo di storia di Follonica ...

http://riccardodambra.blogspot.com/p/la-storia-di-follonica-e-la.html

FONDI COMMERCIALI E GARAGE AL FLORIDA?


Basta passare davanti al Florida e vedere che già il costruttore ha messo in vendita "fondi commerciali, cantine e garage". In questo preciso momento potrebbero essere siglati contratti di vendita per fondi che sostituiranno la storica ex discoteca.
Ma come è possibile vendere un bene che ancora non si è stati autorizzati a costruire?
Per precisione i destini dell´ex Florida non sono stati ancora affrontati in commissione urbanistica come invece la minoranza aveva più volte richiesto. Ne deriva che la destinazione urbanistica finale è ancora tutta da stabilire. Ma dai cartellone affissi sulla recinzione esterna al Florida il costruttore si mostra sicuro di quali tipologie di strutture
verranno costruite tanto da metterle già in vendita.
Un atto inquietante, quello apparso nei cartelloni, dai contenuti anticipatori. Qualcuno allora è a conoscenza di qualcosa di cui la politica competente ignora?
Nel frattempo, denunciando da una parte quale "cosa illegittima" l´atto di chi ha affisso quel cartollolne, dall´altra il Sindaco Baldi annuncia che a fine mese il Regolamento urbanistico sarà approvato scordandosi del fatto che l' assise non viene convocata dal primo cittadino ma dai consiglieri comunali i quali ad oggi ancora non hanno stabilito niente. Ma soprattutto trascurando il fatto che l´attuale assetto proprietario del Florida ancor oggi è ancora tutto da definire consideranto che come minoranza abbiamo chiesto di portare atti in commissione con i quali si vuole dimostrare che l'area potrebbe essere di proprietà demaniale.
Chiedo, perciò, da subito la convocazione della sesta commissione urbanistica aperta a tutti i consiglieri comunali che chiedono d'intervenire, ma soprattutto invito tutti i cittadini follonichesi a partecipare quando questa sarà convocata per appurare la veridicità dei fatti sottostanti la vicenda del Florida.

Charlie Lynn
Consigliere comunale PDL Follonica

venerdì 6 maggio 2011

PROCESSO PARTECIPATIVO EX COLONIA MARINA: IL 26 MAGGIO ALLE ORE 19,00

ANCORA SULL'AUTOSTRADA: REPLICA AL SEGRETARIO PD FABIANI


(4 maggio 2011)

Il problema sollevato dal segretario del PD Fabiani puo' essere riassunto cosi':le Liste Civiche in questi mesi sulla Autostrada Tirrenica hanno detto tutto e basta! mai nessuna contraddizione, a differenza del PD che evita ancora di dire molte cose e sopratutto che sostiene posizioni in netto contrasto a seconda che le dichiarazioni le faccia il sindaco Anselmi piuttosto che il sindaco di Rosignano o il Presidente della Provincia.

Mai da parte vostra una parola spesa sul conflitto di interessi che grava sull'amministratore di SAT, mai una parola sul conflitto di interesse che grava sull'ex assessore Riccardo Conti, mai una parola chiara sullo scippo che verra' perpetrato ai danni dei cittadini con la cessione di un opera pubblica come la variante a 4 corsie ad un privato, mai una parola spesa sulla sicurezza stradale, perche' la viabilita' alternativa specie in Val di Cornia non esiste ormai piu', con la vecchia aurelia che si snoda fra parcheggi, rotonde e zone blu.

Perche' non riuscite ad ammettere che in questo affare chi detta le regole non e' la politica ma il denaro. SAT con i suoi amministratori fa e disfa a piacimento, sceglie percorsi, stabilisce lei le condizioni, quando la realta' dei fatti pretenderebbe l'esatto opposto, ossia che le scelte strategiche dei territori siano decise dall'amministrazioni in base alle esigenze, e sempre e comunque, con l'ottica del bene comune e della migliore soluzione per i propri cittadini, cosa che non sta avvenendo.

Concetto molto pericoloso ormai sdoganato da destra e da sinistra che il Privato e' la soluzione a tutti i mali, cosi' abdichiamo e barattiamo cultura, infrastrutture, sanita' alla solita cricca in cambio di 30 denari.

Eppure esisteva un tempo che la fiscalita' generale serviva per costruire opere di interesse collettivo, serviva per garantire l'assistenza sanitaria a tutti senza distinzione di reditto, serviva ad istruire in maniera paritaria ricchi e poveri perche' un paese alfabetizzato e' un paese libero, serviva per i trasporti, per evitare che l'acqua, bene primario, diventasse merce.

Purtroppo anche da queste discussioni si evince chiaramente che anche chi dovrebbe rappresentare l'alternativa a questo scellerato governo di centro destra, come il PD,avalla le sue stesse logiche e questo non e' certo di buon auspicio per la qualita' della vita dei cittadini.

Invito il segretario Fabiani e l'organico del PD, a non limitarsi a spot elettorali, ma a rispondere alle questioni con fatti. Alcuni giorni fa ho inviato una serie di lettere aperte al Governatore Rossi per chiarire i molti lati oscuri sulla Tirrenica e ad oggi nessuna risposta.

Giuliano Parodi
capogruppo Uniti per Suvereto

giovedì 5 maggio 2011

REPLICHE AD ANSELMI SULLA TIRRENICA



Suvereto 2 maggio 2011

Le affermazioni fatte dal Sindaco Anselmi e dei rappresentanti della maggioranza durante il Consiglio Comunale di Piombino, in parte riportati sulla stampa alcuni giorni fa sull’autostrada Tirrenica hanno dell’incredibile.

Inanzitutto denotano una totale ignoranza della materia discussa , ignoranza nel senso letterale del termine ossia: la non conoscenza dei contenuti delle delibere e di tutti gli atti, compreso il progetto SAT, che gli organi governativi hanno proposto in questi anni, altrimenti non si spiegano certe dichiarazioni.

Tanto per fare un esempio la delibera CIPE n. 116/2008 riporta che il «limite di spesa» per la realizzazione della Autostrada e’ 3.787,8 milioni di euro di cui 3.556,6 riferiti all'opera e 231,2 per interventi connessi richiesti dalla Regione Toscana, ossia il costo per la realizzazione del Lotto Zero e della 398 fino al porto, mentre in consiglio comunale e’ stato affermato che il solo lotto zero costerebbe oltre 400 milioni, vorrei sapere da che fonte ufficiale e’ stato estrapolato tale dato, o trattasi chiaramente di menzogna venduta ai cittadini.

Il sindaco Anselmi afferma che l’autostrada e’ necessaria perche’ non possiamo permetterci questo budello stretto che ‘e l’aurelia attuale.
Invito il sindaco a studiarsi attentamente il progetto SAT, perche’ per oltre 200km la nuova autostrada sarebbe in sovrapposizione all’attuale aurelia senza quindi nessun intervento strutturale se non la realizzazione ove possibile della corsia di emergenza e la sostituzione del guard rail, tra l’altro per 20 km nel grossetano sarebbe un autostrada a carreggiata ridotta, questo significa che strutturalmente ci troveremo semplicemente la nostra superstrada cambiata di categoria e quindi il traffico che potra’ supportare sara’ lo stesso di adesso, con l’eccezione dove possibile di un innalzamento del limite di velocita’, ma mentre il risparmio di tempo dovuta alla velocità viene monetizzato ed entra a far a far parte del bilancio di fattibilità dell’autostrada, l’inquinamento, il rumore e il peggioramento della qualità ambientale dei luoghi dovuti alla stessa velocità non entrano nel bilancio della concessionaria.

Una stima prudente delle emissioni in atmosfera, atteso l’aumento del traffico secondo le ultime elaborazioni di SAT (31 mila autoveicoli/giorno al 2030 rispetto ai 18.000 attuali) comporterà per la sola tratta Civitavecchia - Livorno un aumento delle emissioni stimabile tra 120.000 e 300.000 ton/anno di CO2, a seconda delle diverse tipologie di veicoli, delle percorrenze medie e della crescita del traffico.

Non va dimenticato che questa crescita di emissioni di gas serra, andrebbe viceversa ridimensionata anche rispetto ai dati attuali, secondo gli accordi internazionali ed il protocollo di Kyoto.

E sempre parlando di soldi vorrei sapere se il Sindaco Anselmi e tutto il PD si siano posti la domanda di quanto dovrà corrispondere la concessionaria SAT all’ANAS per l’uso della strada statale Aurelia già portata a 4 corsie con risorse interamente pubbliche e che quindi non potrà essere ceduta gratuitamente ad una concessionaria privata?

Giuliano Parodi (Uniti per Suvereto)

AUTOSTRADA TIRRENICA: "BARGONE, CUCCUREDDU E BONINI"


Mi lamento spesso degli esponenti politici follonichesi, ma ad ascoltare questo intervento comunale del sindaco di piombino sull'autostrada e sull'evidente conflitto d'interesse del sig. Bargone, non posso che restare basito !!! Piu' che un intervento in consiglio comunale sembra un discorso da ridere tra amici al bar. Facciamo finta di nulla e riflettiamo su chi ci governa ...

http://youtu.be/RVrxH4_-2HM

mercoledì 4 maggio 2011

GIULIETTO CHIESA: LA VERA FINE DI OSAMA, MORTO DA ANNI

Giulietto Chiesa

La foto di Osama Bin Laden “morto” è solo una patacca, miserabile e macabra: un puerile fotomontaggio che risale addirittura al 2006, trapelato già allora dai network dell’intelligence e pubblicamente smascherato. La verità? Lo “sceicco del terrore” sarebbe morto da anni, mentre la sua rete terroristica, Al Qaeda – famigerata e fantomatica – avrebbe cessato di esistere almeno dal 2002, se non prima. Pertanto, quella che è andata in scena il 2 maggio 2011 in tutto il mondo non sarebbe che l’ennesima puntata di una clamorosa fiction. Lo afferma Giulietto Chiesa, che con bestseller come “La guerra infinita” e il documentario “Zero” è stato il primo, in Italia, a smontare la versione ufficiale sull’11 Settembre e sul “terrorismo islamico” di marca afghana.
Pur ammettendo la doverosa necessità di attendere conferme e riscontri che ancora mancano, rispondendo alla mail di un lettore sul sito “Megachip”, Giulietto Chiesa conferma: è vero, abbiamo letteralmente «visto crearsi la notizia» della morte di Osama Bin Laden. E, almeno in prima battuta, se la sono “bevuta” tutti: non solo gli italiani, ma anche i «paludati» americani, i tedeschi, gli inglesi. Che non hanno esistato a mostrare al mondo intero «una falsa fotografia» di Bin Laden, ottenuta “taroccando” una celebre foto di lui in vita: l’immagine sotto accusa, scrive Chiesa, «era già stata dimostrata falsa nel 2006, mi pare, quando emerse per la prima volta dai meandri di qualche servizio segreto». Appendice comica: una giornalista italiana ha notato, nel fotogramma, «l’occhio che Osama aveva perduto», confondendo Bin Laden con il Mullah Omar.
E nessuno che, finora, si sia soffermato sulle modalità di uccisione dell’Osama che figura nell’immagine esibita: si è parlato di “un colpo di pistola alla testa”? «Non so da dove sia venuta la notizia – premette Chiesa – ma se fosse venuta da una fonte ufficiale, mi sarei chiesto subito: perché ucciderlo? Non era meglio tenerlo in vita e mostrare al mondo il trofeo?». Un conto, infatti, è uccidere un ricercato in uno scontro a fuoco: può succedere. «Ma ammazzarlo a freddo non quadra». Eppure, «tutti zitti ad accettare tutto quello che viene da Washington». Ovvero, dalle stesse fonti secondo cui il cadavere sarebbe stato “sepolto in mare”, e per giunta “secondo il rito islamico”: che non prevede affatto – anzi, vieta – la sepoltura in mare.
Tutte voci da prendere con le pinze, avverte Giulietto Chiesa: «Se non ci fanno vedere il cadavere io starei molto, molto attento ad accreditare qualsiasi virgola successiva, qualsiasi testimonianza, qualsiasi prova. Inclusa, ovviamente quella del Dna». Motivo? Presto detto: le autorità americane dopo l’11 Settembre fornirono prontamente il Dna di passeggeri e “terroristi” coinvolti nell’attentato al Pentagono: «Basta chiedersi quanto costa la parcella di un collegio di analisti del Dna, specie se si tratta di medici militari, e il problema è risolto», commenta Chiesa, sarcastico. Come dire: l’unica vera “prova” sarebbe l’esibizione del cadavere. Che invece, almeno per il momento, sembra sia scomparso. In mare? Mistero.
Per niente misteriose, invece, le notizie ormai datate sulla morte di Bin Laden: ne parlò la defunta Benazir Bhutto in una intervista ad Al-Jazeera, tuttora visibile sul sito web della televisione araba. Problema: la Bhutto è stata assassinata in un attentato nel 2007, dopo aver denunciato come «dittatore» il presidente pachistano Pervez Musharraf, alleato di ferro di George W. Bush nella “guerra al terrorismo”: è noto che l’Isi, il servizio segreto del Pakistan – addestrato dalla Cia – ha svolto un ruolo determinante nelle retrovie afghane, dall’omicidio del leader Ahmad Shah Massoud in poi, fino ai più recenti attentati attribuiti a gruppi “islamici”. Anche il vedovo di Benazir Bhutto, l’attuale presidente pachistano Zardari, dichiarò che, secondo le sue informazioni, Osama Bin Laden era «morto da tempo».
«Due dichiarazioni di non poco conto», osserva Giulietto Chiesa, sulla vera fine di Bin Laden: che risalirebbe quantomeno a prima del 2007. Per non parlare di Al Qaeda, il temutissimo network di Osama: secondo quanto ammesso da Alain Chouet, ex capo dell’antiterrorismo francese, in una audizione ufficiale al Senato di Parigi, Al Qaeda «non esiste più dal 2002». E comunque, anche quando esisteva, per Chouet era composta «da non più di una quarantina di elementi», ai quali non era comunque possibile attribuire «tutti gli attentati che le furono assegnati». Nonostante ciò, dice Chiesa, prepariamoci pure a sorbirci «il florilegio di scemenze su Al Qaeda “decapitata”».
Tutto falso: nessuna decapitazione, «sempre che sia davvero esistito qualcosa di simile a ciò che la Grande Fabbrica dei Sogni e della Menzogne ci ha venduto in questi anni», aggiunge Giulietto Chiesa, convinto che la sigla Al Qaeda sia stata essenzialmente un alibi per giustificare la “guerra infinita”, con truppe occidentali dislocate in aree vitali, petrolifere o comunque strategiche, contese da Cina e Russia. Ma l’opinione pubblica, si sa, preferisce credere agli «asini che volano»: basta che lo dica la televisione, come insegna il saggio “La società dello spettacolo” di Guy Debord.
Ma perché “far morire” Bin Laden proprio ora, se lo stesso Obama ha dichiarato che il super-ricercato era stato localizzato già dallo scorso agosto? «Troppe sono le ipotesi in campo, tutte ugualmente attendibili, e inattendibili», ammette Giulietto Chiesa, che propende per la chiave di lettura elettoralistica: un colpo di scena a favore della traballante presidenza Obama. «Non so se lo rieleggeranno, ma è certo che le sue sorti politiche erano in forse. La campagna elettorale per la sua rielezione è cominciata oggi: sotto il segno giubilante di “Obama il vendicatore dell’America”. Questa è una spiegazione possibile.

COS'E' IL SISTEMA




LA POLITICA

Ner modo de pensà c’è un gran divario:
mi’ padre è democratico cristiano,
e, siccome è impiegato ar Vaticano,
tutte le sere recita er rosario;
de tre fratelli, Giggi ch’è er più anziano
è socialista rivoluzzionario;
io invece so’ monarchico, ar contrario
de Ludovico ch’è repubblicano.
Prima de cena liticamo spesso
pe’ via de ’sti princìpi benedetti:
chi vo’ qua, chi vo’ là... Pare un congresso!
Famo l’ira de Dio! Ma appena mamma
ce dice che so’ cotti li spaghetti
semo tutti d’accordo ner programma.


Trilussa

martedì 3 maggio 2011

DOMENICA 8 MAGGIO: BICIINCITTA'



Una bella iniziativa che ormai prosegue da anni.

domenica 1 maggio 2011

SATIRA POLITICA ...



ER COMPAGNO SCOMPAGNO
 
Un Gatto, che faceva er socialista
solo a lo scopo d'arivà in un posto,
se stava lavoranno un pollo arosto
ne la cucina d'un capitalista.

Quanno da un finestrino su per aria
s'affacciò un antro Gatto: - Amico mio,
pensa - je disse - che ce so' pur'io
ch'appartengo a la classe proletaria!

Io che conosco bene l'idee tue
so' certo che quer pollo che te magni,
se vengo giù, sarà diviso in due:
mezzo a te, mezzo a me... Semo compagni!

- No, no: - rispose er Gatto senza core
io nun divido gnente co' nessuno:
fo er socialista quanno sto a diggiuno,
ma quanno magno so' conservatore!
Trilussa

PRIMO MAGGIO: LA FESTA DEL LAVORO CHE NON C'E'



Che cosa festeggeranno il Primo di Maggio i disoccupati, i cassintegrati, i sottoccupati, che cosa festeggeranno i saltuari, i precari, gli occasionali, gli stagionali, quelli che lavorano oggi e non si sa domani. Quelli che a cinquant’anni hanno perso il lavoro, i giovani che non sanno se un lavoro ce l’avranno, tutti quelli che studiano e non vedono una luce, tutti quelli che
hanno anche smesso di studiare.

Che cosa festeggeranno quelle famiglie meridionali che con meno di mille euro al mese pagano l’affitto o il mutuo, pagano le bollette, mandano i figli a scuola, gli comprano i libri, i vestiti, le scarpe, aspettano i saldi di fine stagione, fanno la spesa al supermarket, pagano le rate dell’auto, pagano le rate di tutto, e che Dio le faccia stare bene, queste creature, perché se non stanno bene poi devono pagare altro.

Che cosa festeggeranno i figli e le compagne e le madri dei morti sul lavoro, di quelli che sono usciti un mattino e non sono più tornati. Che cosa festeggeranno i pensionati che hanno lavorato una vita intera per quei quattro soldi che prendono e contemporaneamente lasciano sul conto del nipote che non lavora per cui non prenderà neppure quella miseria di pensione che prendono loro.

Noi non sappiamo per cui non possiamo dire che cosa festeggeranno. Lo dicano i politici di ogni parte degli ultimi quarant’anni, lo dicano gli economisti di ogni scuola, tutti quelli che sanno e che hanno la possibilità di progettare, di investire risorse umane e finanziarie, di proporre, di decidere le soluzioni di questi problemi. Lo dicano loro.

Che cosa festeggeranno quelli che ogni santo giorno consultano siti e giornali con le offerte di lavoro, in una specie di caccia al tesoro che si fa sempre più misterioso. Quelli che mandano il curriculum ad uffici,aziende, imprese e aspettano una risposta che non viene, che sostengono colloqui per sentirsi dire ogni volta le faremo sapere, che sommano specializzazioni, qualifiche, corsi, master, stage, per accaparrarsi un punto in una graduatoria, che bussano a porte che restano serrate.

Che cosa festeggeranno quelli che per trovare qualcosa da fare devono ancora scappare dal Sud, quelli che devono accontentarsi, che devono accettare un’attività incoerente con le loro competenze, quelli che cercano un’occasione, quale che sia, circoscritta, discontinua, temporanea, che se non gli permette di sognare il futuro almeno gli fa sopportare meglio il presente.
Nel suo discorso di fine anno il Presidente della Repubblica ricordò che le persone in cerca di occupazione sono tornate a superare i due milioni, di cui quasi uno nel Mezzogiorno, che il tasso di disoccupazione nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni ha raggiunto il 24,7 per cento nel Paese e il 35,2 nel Mezzogiorno. Disse: «Sono dati che debbono diventare l’assillo comune della Nazione». Poi aggiunse che se ai giovani non apriamo «nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti: ed è in scacco la democrazia».

Certo che nessuno vuole perdere la partita del futuro, anche perché è una partita senza tempi supplementari, senza calci di rigore, che non si vince a tavolino. Nessuno vuole che la democrazia si ritrovi sotto scacco. Non ricordo chi diceva che il futuro non è un dono ma una conquista. È la conquista di un uomo ma anche quella di una comunità. Un uomo e una comunità sono legati da una relazione sostanziale, da un destino di reciprocità. Una comunità conquista futuro ogni qualvolta che un uomo conquista il suo.

Allora ha ragione il Presidente Napolitano: che i dati della disoccupazione diventino l’assillo di questa Nazione, che inquietino il sonno, che tormentino ciascuno, che diventino impegno d’onore, fantasia, energia. Perché al prossimo Primo di Maggio si possa festeggiare il futuro. Tutti insieme. Nessuno escluso.


di Antonio ERRICO dal "Nuovo quotidiano di Puglia.it"

IL SINDACO PD DI PIOMBINO: SI AUTOSTRADA, SI PEDAGGIO, NO COMPLANARI


La variante vista dal sindaco Anselmi

«L’alternativa all’autostrada è la diligenza. Siamo abituati ad un orgogliosa diligenza pubblica». Con queste parole ha commentato durante il consiglio comunale del 29 aprile, nel quale tutto il consiglio comunale è stato concentrato nella stesura delle richieste per la futura autostrada Tirrenica.
C’è stata un lunga discussione in consiglio comunale sul Corridoio Tirrenico e la SS.398 prima di arrivare ad un documento finale approvato da tutto il consiglio escluso Gelichi. Il sindaco Gianni Anselmi ha poi ripercorso la vicenda ricordando le priorità, invitando al realismo: «non si possono avere contemporaneamente i pedaggi gratis, le complanari e la 398 fino al porto».
E fra la nostra 398 e Lotto Zero il vicesindaco Lido Francini non ha dubbi: «E’ imparagonabile l’importanza del collegamento con il quarto porto italiano per numero di passeggeri, e la Maroccone Chioma (Lotto Zero)».
«Non trovo corretto – ha commentato invece Anselmi – parlare di parziale finanziamento, visto che nemmeno l’autostrada è per adesso finanziata». Sul conflitto d’interesse del presidente Sat Antonio Bargone, spesso evocato, è altrettanto chiaro: «Non mi sembra che ci sia un contrasto fra gli incarichi che ha. Il commissario ha il compito di attuare una concessione pubblica». Poi l’Autostrada. «Insisto non c’è nessuna variazione rispetto al progetto concertato. Dopodiché se si riesce a trattare e inserire la complanare di Venturina, tanto meglio».


La variante tra Grosseto e Livorno

E sui pedaggi? «Temo di avere una originale posizione – insiste il sindaco di Piombino – le autostrade devono essere pagate. Ma sento che anche l’Elba non vuole pagare… dichiariamo allora che l’autostrada è un problema e su questo bisogna assumersene le responsabilità. Se è un problema avere una infrastruttura moderna anziché un pertugio come è la Variante. Noi vogliamo un’autostrada per collegare i nostri porti con il mondo. Ma se questo viene considerato un diritto e allora si pensa che non si debba pagare. Vogliamo l’autostrada, la vecchia aurelia e la superstrada. Se si tratta di questo facciamo uno scempio ambientale. Se vogliamo l’autostrada e i pedaggi invece bisogna farli pagare ai turisti? E’ una posizione che non esiste in nessuna parte d’Europa. Chiunque ha un’autostrada è felice di averla».
«La mia posizione sul pedaggio è chiara: si deve pagare e i pendolari devono avere forti sconti. Questa idea che l’autostrada non si debba pagare è una posizione provinciale. La gente che non vuole pagare nulla è un po’ retrograda culturalmente. Continuiamo a combattere per avere sconti, saldi, pacchetti promozione, certo chi lavora a Livorno deve avere forme di agevolazione, ma alla fine se continuiamo su questa strada rischiamo di non avere l’Autostrada e né la 398, stiamo attenti a non passare come il territorio che non vuole l’autostrada».

Articolo tratto dal Corriere Etrusco.it

Adesso una nostra riflessione: ma e' giusto dover pagare un'autostrada quando non esistono strade percorribili alternative (complanari) e questa viene costruita e concessa ad un privato anche se costruita sopra un tracciato statale?