giovedì 29 dicembre 2011

I GESSI TIOXIDE: RIFIUTO O RISORSA?


I GESSI TIOXIDE: RIFIUTO O RISORSA?

Follonica ha avuto la propria esplosione demografica raggiungendo un discreto benessere sociale proprio grazie all’ industriale locale, che, favorita dalla presenza millenaria delle miniere di pirite nelle colline metallifere e dalla moderna conoscenza della metallurgia e della chimica, ha creato molti posti di lavoro. Tutto questo si e’ integrato nel tempo con il contemporaneo sviluppo turistico. La Follonica del futuro vincera’ la propria sfida con la precarieta’ del lavoro e con il rispetto dell’ambiente solo se sapra’ mantenere un giusto equilibrio tra industria e turismo, ovvero quelle che sono le naturali risorse del territorio. E’ per questo che noi del comitato civico La Libellula crediamo in un’ecologismo serio che non lasci spazio alle speculazioni di comodo e dove ogni argomento venga affrontato con serieta’ e conoscenza. Ogni industria, alla stregua di qualunque altra attivita’, deve rispettare le regole, ma al contempo deve essere libera di poter fare le proprie scelte industriali ed economiche senza condizionamenti o ancor peggio “ricatti” da parte della politica. Siamo concordi che il solo dubbio del superamento dei limiti di legge del pericoloso cromo esavalente nei gessi rossi Tioxide debba essere fugato in maniera certa e indiscutibile. Siamo pero’ altrettanto convinti che ad avere la sovranita’ di giudizio debba essere l’autorità competente in materia ambientale e non la politica. E’ per tutto questo che non vediamo nessuna connessione tra le dimissioni del sig. Bertocci da coordinatore provinciale del partito dei Verdi e il processo per diffamazione intentatogli dalla Huntsman. Appaiono addirittura inquietanti le affermazioni riportate dalla stampa dove dice di averlo fatto “per tutelare la famiglia” (tirreno del 21 dic. 11). Tutelare la propria famiglia da cosa? A che si riferisce il sig. Bertocci con queste affermazioni? L’azione legale e’ stata solo un’azione difensiva a tutela della propria immagine e del proprio prodotto, da parte della Tioxide  che si e’ sentita ingiustamente accusata a mezzo tv e stampa. Cosa intende dire il sig. Bertocci quando afferma” che per la prima volta potremo entrare nell’impianto per esaminare acque, fumi e gessi”? Forse che siamo di fronte ad un’azienda che non è soggetta ai controlli dell’ARPAT o degli enti preposti a tali controlli? O forse che i funzionari che spesso si recano all’interno dell’azienda non fanno il loro dovere? Anche in questo caso accuse gravi e fuori luogo. Noi siamo convinti invece che le dimissioni del Bertocci siano state sollecitate proprio dagli imbarazzati vertici del partito dei Verdi che sicuramente non hanno gradito che un loro coordinatore provinciale fosse stato recentemente condannato per ”truffa in relazione agli appartamenti fantasma” (corriere della maremma del 9 ott 11) realizzati nel comune di Gavorrano. Tornando all’argomento piu’ importante, ovvero i gessi rossi, noi crediamo che solo attraverso la conoscenza e la tecnologia si possa progredire. Molte materie considerate di scarto o di nessun valore si sono trasformate proprio grazie alle nuove conoscenze in elementi utili al bene di tutta la comunita’. Un esempio banale e’ il petrolio che un tempo non aveva nessun valore e che invece la moderna tecnologia ha trasformato in una enorme risorsa. Non vediamo perche’ lo stesso discorso non possa valere per i gessi che, analisi alla mano, sembrano essere degli ottimi ammendanti per uso agricolo. Quindi noi pensiamo che ri-utilizzare grazie a moderne tecnologie un prodotto di scarto e ricavarne un prodotto sicuro da poter essere addirittura utilizzato in agricoltura, sia un esempio da seguire invece che da perseguitare. Non bisogna essere mai integralisti ma valutare sempre le situazioni da caso a caso. Del resto chi lavora in agricoltura sa benissimo che la maggior parte dei concimi chimici provengono da scarti della lavorazione industriale. E’ ovvio che perche’ tutto questo possa essere accettato con tranquillita’ da parte di tutta la popolazione esiste la necessità di informare maggiormente la comunità di quanto avviene negli impianti. Anche coloro che lavorano o che hanno la responsabilita’ decisionali all’interno di un’industria hanno a cuore l’ambiente. E’ interesse di tutti trovare un dialogo che sia basato su dati oggettivi e senza nessuna faziosita’ di sorta.



Comitato Civico-Ecologista “La Libellula”

Il Direttivo

venerdì 16 dicembre 2011

I Gorgonesi scrivono al Presidente della Repubblica

Isola di Gorgona, 11 dicembre 2011

COMUNICATO STAMPA. LO STATO SFRATTA UN INTERO PAESE. ALLERTATA LA POLIZIA DI STATO CONTRO CITTADINI INERMI CHE DIFENDONO SOLO LE LORO CASE E LORO TRADIZIONI.

Le mani sull'isola di Gorgona. La polizia di stato vuole cacciare il 31 dicembre 2011 i gorgonesi dalle loro case, per privarli dei loro affetti, della loro storia e delle loro origini. Quando lo Stato diventa l'aguzzino del suo popolo (11 dicembre 2011)


Qualcuno o qualcosa sta mettendo le mani sull'isola di Gorgona. Il 2011 ha visto un escalation di iniziative per liberare l'isola di Gorgona dal carcere e dai suoi abitanti. I motivi ancora non sono chiari, ma di sicuro c'è un disegno o un regista occulto che sta cercando di accaparrarsi una delle più belle isole italiane. L'ultimo scellerato scippo è un'iniziativa del Demanio di Stato, proprietario per noi di tutti gli immobili gorgonesi, che ha inviato una lettera minatoria ai 64 residenti gorgonesi intimando loro di lasciare le case entro il 31 dicembre 2011. Un fulmine a ciel sereno, inaspettato e inaspettabile, che vedrebbe l'antico borgo dei pescatori sparire in un sol colpo dopo più di due secoli di storia. Solo due mesi fa si è iniziato a parlare della chiusura della colonia penale, l'altra realtà che anima l'isola di Gorgona. C'è ancora un interrogazione parlamentare scritta al ministro della Giustizia per saperne la veridicità e i dettagli. Il fatto che le case del Demanio devono essere abbandonate anche dal personale della polizia penitenziaria non fa che confermare le possibili dismissioni del carcere.Il 1 gennaio 2011 vennero tolti improvvisamente i collegamenti marittimi. Qualcuno o qualcosa sta tentando di mettere le mani sull'isola di Gorgona. Gli abitanti si opporranno con tutte le loro forze a questo disegno, in tutte le sedi possibili. Intanto sembra che sia stata allertata addirittura la polizia di stato su degli inermi cittadini che vogliono difendere la loro storia, le loro origini e i loro affetti. Questo non è il nostro Stato ma un regime di aguzzini.

Lettera al Presidente della Repubblica (11 dicembre 2011):

Gentile Presidente della Repubblica, siamo gli ultimi abitanti dell'antico borgo dei pescatori dell'isola di Gorgona. Il nostro paese, la nostra storia e i nostri affetti stanno per essere cancellati da una decisione scellerata del Demanio di Stato che, improvvisamente e senza un valido motivo, ci ha chiesto di lasciare le case che abbiamo in concessione entro il 31 dicembre 2011. Scomparirebbe improvvisamente un intero paese e i suoi 64 abitanti che da due secoli abitano Gorgona. Siamo in regola con i pagamenti e ci siamo sempre fatti i lavori da soli affinché le case resistessero al tempo e alle intemperie. La preghiamo di intervenire affinché questa decisione venga revocata e si trovi un'intesa fra il Demanio e gli abitanti.

Lettera aperta al sindaco di Livorno (Isola di Gorgona, 6 dicembre 2011): "Fermi il genocidio dei gorgonesi"
"Gentile Sindaco del Comune di Livorno, Le scriviamo forse per l'ultima volta come abitanti dell'isola di Gorgona, una frazione del Comune che Lei amministra e per la quale vogliamo una risposta. Vogliamo sapere da Lei, che dovrebbe tutelarci come parte integrante del suo territorio, perché non sta facendo niente per impedire che il villaggio dei pescatori gorgonesi e i suoi ultimi abitanti vengano spazzati via da una decisione scellerata del Demanio. Come Lei ben sa, il 31 dicembre 2011 è stato chiesto agli ultimi discendenti gorgonesi di lasciare le case che hanno in affitto da due secoli, facendo scomparire improvvisamente quella piccola comunità gorgonese che ancora vive lì. Se questa iniziativa del Demanio andasse in porto l'isola diventerà solo un carcere, fino a quando qualcuno non si accorgerà degli enormi sprechi che procura alle casse dello Stato, e dei gorgonesi, del loro paese, della loro storia, dei loro affetti, del loro cimitero non resterà più traccia. Non sarà più permesso loro nemmeno di sbarcare sull'isola a causa delle restrizioni della colonia penale. Saranno cacciati come reietti dal loro paese di origine, un vero genocidio a cui Lei non si sta opponendo. Noi L'imploriamo affinché questo non succeda, attraverso degli atti amministrativi ben precisi che garantiscano una volta per tutte alla discendenza gorgonese di non essere più così minacciata nella sua esistenza e possa svilupparsi di nuovo e mantenere una sua identità. Noi, dal canto nostro, abbiamo assicurato al Demanio ogni disponibilità affinché vengano stipulati dei nuovi contratti, vengano sistemate le pendenze e vengano fatti i lavori necessari per abitare il paese di Gorgona, con tempi e regole certe che ci rassicurino per il nostro futuro e quello dei nostri figli. Lei, Signor Sindaco, deve farsi carico di chi l'ha eletto e deve difendere il suo territorio e la sua popolazione. Non può fare finta di niente e girare la testa dall'altra parte mentre le stanno portando via una parte del suo stesso Comune. Rimaniamo fiduciosi affinché qualcosa di definitivo e positivo venga fatto prima del 31 dicembre 2011. Dopo non ci resteranno che altre forme di protesta più eclatanti, come indirizzarci di nuovo al Presidente della Repubblica, al Parlamento,alla Comunità Europea, ai media, ai giudici e a qualsiasi altra iniziativa possa garantirci la nostra sopravvivenza sull'isola. Intervenga Lei prima che sia troppo tardi".

martedì 6 dicembre 2011

GLI ULTIMI GORGONESI SCRIVONO AL SINDACO DI LIVORNO


Isola di Gorgona, 6 dicembre 2011


Gentile Sindaco del Comune di Livorno, Le scriviamo forse per l'ultima volta come abitanti dell'isola di Gorgona, una frazione del Comune che Lei amministra e per la quale vogliamo una risposta. Vogliamo sapere da Lei, che dovrebbe tutelarci come parte integrante del suo territorio, perché non sta facendo niente per impedire che il villaggio dei pescatori gorgonesi e i suoi ultimi abitanti vengano spazzati via da una decisione scellerata del Demanio. Come Lei ben sa, il 31 dicembre 2011 è stato chiesto agli ultimi discendenti gorgonesi di lasciare le case che hanno in affitto da due secoli, facendo scomparire improvvisamente quella piccola comunità gorgoense che ancora vive lì. Se questa iniziativa del Demanio andasse in porto l'isola diventerà solo un carcere, fino a quando qualcuno non si accorgerà degli enormi sprechi che procura alle casse dello Stato, e dei gorgonesi, del loro paese, della loro storia, dei loro affetti, del loro cimitero non resterà più traccia. Non sarà più permesso loro nemmeno di sbarcare sull'isola a cusa delle restrizioni della colonia penale. Saranno cacciati come reietti dal loro paese di origine, un vero genocidio a cui Lei non si sta opponendo.

Noi L'imploriamo affinché questo non succeda, attraverso degli atti amministrativi ben precisi che garantiscano una volta per tutte alla discendenza gorgonese di non essere più così minacciata nella sua esistenza e possa svilupparsi di nuovo e mantenere una sua identità. Noi, dal canto nostro, abbiamo assicurato al Demanio ogni disponibilità affinché vengano stipulati dei nuovi contratti, vengano sistemate le pendenze e vengano fatti i lavori necessari per abitare il paese di Gorgona, con tempi e regole certe che ci rassicurimo per il nostro futuro e quello dei nostri figli.

Lei, Signor Sindaco, deve farsi carico di chi l'ha eletto e deve difendere il suo territorio e la sua popolazione. Non può fare finta di niente e girare la testa dall'altra parte mentre le stanno portando via una parte del suo stesso Comune.

Rimaniamo fiduciosi affinché qualcosa di definitivo e positivo venga fatto prima del 31 dicembre 2011. Dopo non ci resteranno che altre forme di protesta più eclatanti, come indirizzarci di nuovo al Presidente della Repubblica, al Parlamento,ai media, ai giudici e a qualsiasi iniziativa possa garantirci la nostra sopravvivenza sull'isola. Intervenga Lei prima che sia troppo tardi.

Distinti Saluti

Antonio Brindisi

portavoce Comitato Abitanti Isola di Gorgona

Piazzetta Borgo Vecchio 4

57128 Isola di Gorgona-Livorno

tel. 0586861001

cell. 3479372251


sito www.ilgorgon.eu

L’accordo segreto tra Pd e PdL sulla manovra



"Negli incontri di sabato, con Monti, i segretari dei due maggiori partiti italiani, avrebbero contrattato una linea d'azione simulata, per far digerire al meglio la manovra ai propri elettorati di riferimento. Ci sarebbe, addirittura, una sorta di gioco delle parti già scritto. Lo lasciano intendere fonti interne a entrambi i partiti. Gli esponenti di Pd e Pdl faranno (come infatti già sta accadendo), impetuose e mirabolanti dichiarazioni sull'imposizione al Governo di modifiche, aut aut, ultimatum, su quegli aspetti della monovra considerati più "aspri" per il prorio target elettorale di riferimento e, alla Camera, Monti -magnanimo- consentirà leggere modifche in quel senso, proprio per dare ossigeno al consenso di Pd e Pdl, e consentirgli di segnare "il gol della bandiera". Ma c'è di più, sembra che le modifiche sarebbero già state "previste e calcolate" nel testo definitivo e, dunque, disegnate fittiziamente "al rialzo", nel testo presentato domenica".
L'indiscrezione proviene - ancora una volta - dalla pagina Facebook de "il Retroscena" e, se sarà confermata dai fatti, farà emergere l'accordo già stretto tra maggioranza e opposizione per superare questo momento di impasse e andare poi alle elezioni. Già stamattina, infatti, ha iniziato a circolare la notizia secondo cui il Pd sarebbe pronto a far cadere il Governo a febbraio, un'indiscrezione che permetterebbe a Pd e PdL di bypassare anche il referendum elettorale, andando alle urne con il Porcellum, tanto vituperato a parole da tutti i partiti ma mai riformato.


domenica 4 dicembre 2011

SABATO 3 DICEMBRE ORE 10,30: RACCOLTA FIRME CONTRO L'AUTOSTRADA




Il coordinamento NO-SAT ha effettuato una raccolta firme nella giornata di sabato 3 dicembre dalle ore 10,00 alle ore 11,00 raccogliendo piu' di 200 firme. Altre firme sono state raccolte presso il casello idraulico grazie alla collaborazione di coloro che stanno raccogliendo le firme perche' l'amministrazione comunale inserisca una sala da ballo pubblica nel nuovo centro commerciale che sorgera' nell'area ex Florida. E' prevista un'altra giornata di volantinaggio e raccolta firme per il giorno 10. Nel frattempo chiunque voglia partecipare alle iniziative e diventare socio del coordinamento (5 euro) e' il benvenuto.

mercoledì 30 novembre 2011

NO A BARGONE SOTTOSEGRETARIO


IL TIRRENO 2011-11-29

AMBIENTE
«No a Bargone sottosegretario» Italia Nostra e Wwf si schierano contro l’ipotesi del governo Monti «È inadatto perché troppo legato agli interessi dell’autostrada»

...GROSSETO. No alla designazione del presidente della Sat Antonio Bargone come sottosegretario alle Infrastrutture e trasporti nel governo tecnico Monti. I vertici nazionali di Italia Nostra (la presidente Alessandra Mottola Molfino e il vicepresidente Nicola Caracciolo) e il presidente del Wwf Italia Stefano Leoni hanno scritto ieri al premier Mario Monti e al ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera alla vigilia della seduta del consiglio dei ministri da cui doveva uscire in serata la lista dei sottosegretari. «Esprimiamo il nostro dissenso rispetto all’ipotesi di Bargone sottosegretario - scrivono Italia Nostra e Wwf - perché siamo contrari all’autostrada tirrenica, troppo costosa e lesiva per il paesaggio, l’ambiente e l’economia della zona, e deploriamo la grande fragilità dell’assetto economico e finanziario di questa grande infrastruttura».
«Pur rispettando la personalità di Bargone - osservano le associazioni ambientaliste - lo riteniamo inadatto al ruolo di sottosegretario per il suo essere così strettamente legato a Sat e ai suoi interessi, certo legittimi ma pur sempre interessi di una società privata».
I firmatari della missiva non indicano nomi alternativi a quello rilanciato dalla stampa e dai rumors della vigilia di Antonio Bargone ma chiedono che sia scelta «una persona capace di svolgere un ruolo super partes e di esaminare tutte le opzioni compresa quella da noi preferita, la messa in sicurezza dell’Aurelia, che comporterebbe un grosso risparmio senza deturpare uno dei paesaggi più belli d’Italia». Italia Nostra e Wwf ribadiscono poi al governo Monti la disponibilità «per ogni eventuale aiuto che possono dare entrambe le associazioni profondamente radicate nella storia dell’ambientalismo e della tutela del patrimonio».
Al momento di andare in stampa la lista dei sottosegretari non è stata ancora resa nota ma ieri pomeriggio il nome più accreditato come probabile sottosegretario alle Infrastrutture era quello di Mario Ciaccia, amministratore delegato di Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo (Biis) del gruppo Intesa San Paolo. (s.l.)

martedì 29 novembre 2011

AUTOSTRADA: LIVORNO ACCONTENTATA E PIOMBINO NO

PIOMBINO: «IL LOTTO ZERO A LIVORNO SI FARÀ, LA SS.398 NON É DETTO» - Corriere Etrusco

PIOMBINO: «IL LOTTO ZERO A LIVORNO SI FARÀ, LA SS.398 NON É DETTO» - Corriere Etrusco | Autostrada Tirrenica | Scoop.it
 
Corriere EtruscoPIOMBINO: «IL LOTTO ZERO A LIVORNO SI FARÀ, LA SS.398 NON É DETTO»Corriere EtruscoInvece, è sempre la deliberazione regionale che parla, per quel che riguarda la 398 fino al porto, il progetto lo deve fare la SAT ma ancora non c'è,...

lunedì 28 novembre 2011

Mps, Caltagirone e Coop scelgono l'autostrada

Mps, Caltagirone e Coop scelgono l'autostrada

La Sat cambia: quattro soci acquisiscono il 69% delle quote Benetton
Mps, Caltagirone e Coop scelgono lautostrada

 FIRENZE. Domani la Sat, la società che gestisce la Tirrenica, cambia la propria compagine societaria. Entrano il Mps, Caltagirone e le Coop. Un passaggio che rafforza, come spiega il presidente Antonio Bargone, la società in vista della realizzazione dell'autostrada Livorno-Civitavecchia. La nuova suddivisione societaria prevede il 25 a società Autostrade, a Coop, a Caltagirone mentre il 15% andrà al Mps e il 10 a Gavio. Nel dettaglio Autostrade Spa, che prima dell'operazione deteneva il 95% di Sat, cede il 69% delle proprie azioni. Che verranno acquistate da quattro soci. Il Monte dei Paschi ne acquisterà il 14,98%. La Vianini Lavori Spa (Gruppo Caltagirone) con la controllata Vianco Spa, società che opera nel settore delle costruzione di grandi infrastrutture, il 24,98%. La Salt di Gavio raddoppia la propria partecipazione, dal 5 al 9,99%. Infine - quarto socio - la Holcoa Spa, società costituita da parte di alcune delle principali cooperative italiane del settore costruzioni, che prenderà il 24,98%. Cambia anche la composizione del Cda. Sarà composto da 9 membri: 2 a testa per Autostrade, Holcoa e Vianini e uno per Salt e Monte dei Paschi. Saranno questi otto ad eleggere il nuovo presidente. Intanto Luca Sani, parlamentare del Pd di Grosseto, plaude all'ipotesi ventilata dal nuovo ministro Corrado Passera di diminuire l'Iva per la costruzione delle grandi opere. Diminuizione - sostiene Sani - che, nel caso della Tirrenica, non deve andare a vantaggio solo della Sat, ma anche degli utenti: pedaggi meno cari e soluzione dei problemi aperti come la variante di Orbetello, la penetrazione nel porto di Piombino e il lotto Zero di Livorno. (M.L.).

http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2011/11/27/news/mps-caltagirone-e-coop-scelgono-l-autostrada-5340572

venerdì 18 novembre 2011

COMINCIA LA RACCOLTA ADESIONI

Vademecum “Le false verità sull’autostrada Tirrenica”.

pubblicata da Coordinamento Territoriale "NO SAT" il giorno venerdì 18 novembre 2011 alle ore 17.43
Una bugia ripetuta cento volte diventa verità…. per i molti disattenti, ma rimane pur sempre una bugia per chi è informato dei fatti.
Questo Vademecum serve proprio per informare e capire il nostro NO all’ Autostrada Tirrenica, sia secondo il progetto SAT odierno (autostrada sulla sede dell’Aurelia e della Variante Aurelia), sia a quello denominato CIPE 2008 che prevedeva da Rosignano a Grosseto Sud la trasformazione della Variante Aurelia in autostrada a pedaggio e da GR Sud a Civitavecchia una autostrada autonoma in sede diversa dall’Aurelia.
Per avvalorare queste due versioni, SAT e molti politici si servono di argomenti fasulli o inesatti, le bugie di cui parlavamo, che vanno smascherate, vediamo le principali.
  1. L’autostrada è indispensabile per lo sviluppo del territorio. Falso! Questo è un Mantra ripetuto ad libitum da SAT e alcuni amministratori, senza mai dare cifre e spiegare i perché dovrebbe essere così. In realtà è vero l’esatto opposto: l’autostrada non solo non è necessaria, ma inutile e dannosa per lo sviluppo economico, per il turismo, per l’ambiente della maremma. Già il pedaggio produrrà un impoverimento certo dei residenti, ma anche il turismo ne risentirà: chi viene in Maremma lo fa per fruire di un ambiente unico, ancora (per poco) ben conservato, armonico, poco urbanizzato, fuggendo, in molti casi, da quello degradato in cui vive, fatto di svincoli, viadotti, cavalcavia, asfalto, cemento, poli logistici, capannoni, cioè da quello che un’autostrada comporterebbe e che si vorrebbe riproporre qui. Un’assurdità, a voler essere buoni.
  2. Le merci viaggeranno più veloci. E’ la riaffermazione di un modello di sviluppo oggi in crisi irreversibile, che i Brontosauri della politica continuano a ripetere, refrattari a tutto. Il mondo cambia, le auto non si vendono più, il picco della mobilità è stato raggiunto, la benzina è alle stelle (-12% di consumi), il turismo si fa sempre più consapevole e sparagino, centellinando i pochi euro a disposizione, e loro continuano a progettare tunnel, ponti, autostrade, per far viaggiare più veloci merci che rimarranno ferme negli scaffali, invendute e, soprattutto nuove tasse, sotto forma di pedaggio. E poi sicuri del “più veloci”? Sulla Variante certamente no! Oggi i 115 km di Variante da Rosignano a Grosseto si percorrono a 110km/ora, con un’autostrada a 130 km/ora (ma non dappertutto, visto che i limiti precedenti resteranno su viadotti e gallerie) si guadagneranno, teoricamente, una manciata di minuti, ma in più sono previste 4 barriere che vanificheranno il magro guadagno, e nel periodo estivo renderanno caotico il traffico dei turisti (chissà come saranno contenti e desiderosi di ritornare?)
  3. Tra Rosignano a Civitavecchia c’è un buco nero, la UE ci chiede l’Autostrada. Non è esatto! La UE nel suo libro bianco non chiede che il corridoio TEN1 (Berlino-Palermo) sia fatto con autostrada a pedaggio (in Germania non lo sono), chiede solo che ci sia “continuità di larghezza di carreggiata”, e questo è assicurato, almeno nel tratto Rosignano-Grosseto Sud, dalla Variante Aurelia, bella superstrada, quattro corsie con guardrail, larga a sufficienza, sicura, collaudata ANAS per 110km/ora, già pagata con i nostri soldi e gratuita. Cosa diversa sono i 106 km a sud di Grosseto, che da anni gridano vendetta per la pericolosità e i morti. E’ da lì che si sarebbe dovuto iniziare se realmente si avesse avuta a cuore la sicurezza dei cittadini, non iniziando da dove la strada è già sicura. Ma riadattando la Variante è più facile far soldi…subito, quelli, non la sicurezza sono l’obiettivo principale.
  4. Il progetto CIPE 2008 è l’unico che deve essere realizzato, perché approvato da tutti. Il progetto CIPE 2008 (vedi inizio) era approvato dalle amministrazioni e dalla SAT, non dalle associazioni ambientaliste e soprattutto, nella sua prima stesura, era stato bocciato dalla commissione UE per la concorrenza, in quanto prevedeva il cosiddetto “accollo” da parte dello stato: 3,8 MLD a favore di SAT nel 2046, alla fine della concessione.Cioè a fronte di un’opera che sarebbe costata a SAT 3,8 MLD, lo stato, al momento di riprenderla, avrebbe rimborsato tutta l’investimento iniziale e così SAT, per 35 anni, avrebbe incassato il pedaggio. Rischio d’impresa: zero virgola zero, solo soldi incamerati….. i nostri, ovviamente.I cittadini avrebbero, cioè, pagato 3 volte. Prima, con la Variante già pagata, durante i 35 anni, col pedaggio, dopo, restituendo alla SAT i costi dell’opera. Una storia tutta italiana di privilegi per gli amici di merende, i furbetti della finanza stracciona e di mala gestione dei soldi pubblici. Il progetto CIPE definitivo non parla più di accollo, e per questo la SAT l’ha rigettato, variando in pochi mesi le cifre sul traffico e presentando un progetto di Autostrada in sede Aurelia, ad un costo inferiore di 2,2 MLD di €. Cioè il progetto CIPE 2008 non esiste più, perché non ci sono più soldi….oggi a maggior ragione.
  5. Per la Variante Aurelia il progetto prevede esenzioni del pedaggio per i residenti. Ridicolo! Pagare il pedaggio su di un bene già nostro, ci sembra quanto meno assurdo. Ricordiamo che la Variante è nostra e che SAT non farà altro che allargarla in qualche tratto, mettere i caselli per la riscossione e cambiare i cartelli da blu (statale) a verdi …. niente sarà fatto (troppo costoso) nelle gallerie o sui viadotti, a riprova che la Variante va già bene così com’è, e che stanno progettando un’autostrada di serie B. Ci troviamo cioè di fronte ad un “furto legalizzato” di un bene comune, tali sono infatti la mobilità gratuita e le infrastrutture che la consentono, da parte di un privato, “furto” perpetrato con il benestare complice delle amministrazioni che cercano di “alleviare la pillola” con la promessa di uno sconto per i residenti. Ma un furto non diventa meno disdicevole se restituisco parte del maltolto, rimane pur sempre un furto. Il pedaggio, se applicato ai residenti, e lo sarà (se no SAT rischia il fallimento), sarebbe una nuova, iniqua tassa sui cittadini, un pedaggio tra l’altro, esoso, tra i più cari d’Europa, 18 cent/km (20€ circa per la tratta), un vero e proprio strozzinaggio.
  6. L’autostrada serve per la sicurezza. Non è vero! L’autostrada serve solo per far soldi, della sicurezza SAT se ne frega, ed anche molti politici lo fanno solo a parole: se fosse una priorità sarebbero intervenuti da anni sul pezzo di Aurelia a sud di Grosseto. Non mancavano certo né i progetti, come quello di Amato/ANAS del 2001, né i soldi (600 miliardi delle vecchie lire già stanziati in finanziaria), forse troppo pochi per gli appetiti insaziabili di certa gente.
    Comunque anche col progetto SAT, se ci fosse buona fede sulla sicurezza, le amministrazioni avrebbero costretto SAT ad iniziare i lavori dal pezzo di Aurelia a due corsie e non dove l’Aurelia è già sicura (ma anche più redditizia a breve).
    Costringeranno i residenti che non potranno pagare il pedaggio a rischiare la loro vita su complanari inesistenti, contorte e letali. Se questa è la sicurezza di cui parlano è roba da vergognarsi.
  7. Non ci sono alternative all’autostrada. Falso!
    Ci si scorda che l’alternativa c’è, e che non è un progetto utopico partorito dalla mente di qualche talebano ambientalista, ma si chiama Progetto ANAS 2001, che prevedeva la messa in sicurezza e raddoppio dell’Aurelia stessa a sud di Grosseto, progetto fatto sotto il governo Amato (sostenuto dal PDS/Ulivo e oggi rinnegato dal PD, con pochissima coerenza) e approvato dalla commissione ministeriale per la VIA (presieduta dall’arch. Maria Rosa Vittadini) e da tutte le parti sociali, ambientalisti compresi, forse con l’unica eccezione della (oggi sopprimenda) provincia di GR. Anche le obiezioni portate (troppi incroci a raso) vengono confutate dagli studi ANAS e da quelli di vari centri universitari che ribadiscono la fattibilità del progetto, che, lo ripetiamo, aveva forse il difetto di costare troppo poco e di consegnarci, alla fine, una Aurelia sicura, gratuita, ambientalmente poco impattante. Il progetto ANAS 2001 si è dimostrato inoltre la soluzione più vantaggiosa in termine di Analisi Costi Benefici, nel lavoro (unico nel suo genere) fatto nel 2004 dai prof.ri Marco Ponti e Andrea Boitani, che non sono due ambientalisti, ma architetti, docenti di Economia dei Trasporti del Politecnico e della Cattolica di Milano. Studio colpevolmente ignorato da chi dovrebbe tutelare i cittadini. Perchè?
  8. L’autostrada è un problema tecnico e non politico. Falso! Basterebbe ripercorrere la storia della Tirrenica per vedere come tutti i governi si siano interessati al problema e lo abbiano usato solo per fini elettorali e di propaganda politica. Ancor di più chiarificatore del problema è il conoscere l’assetto dirigenziale della SAT, che molti politici fanno finta di dimenticare. Esiste infatti un gigantesco conflitto d’interesse su cui l’omertà impera: Antonio Bargone, presidente SAT è anche Commissario Governativo straordinario per la Tirrenica che la stessa SAT deve costruire (232.000 euro di stipendio, Gazzetta Ufficiale, soldi nostri, ovviamente), cioè fa il controllore di se stesso….e nessuno dice niente. Perché? Speriamo che non sia perché Bargone è stato deputato PDS, intimo di D’Alema e consulente del potente assessore PD ai lavori pubblici e infrastrutture della Regione toscana Riccardo Conti che oggi, siede nel consiglio di amministrazione del fondo privato 2Fi (che si interessa di infrastrutture), pur essendo Coordinatore Nazionale per le infrastrutture del PD, in barba e disprezzo al codice etico del PD stesso che lo vieta. Speriamo che il silenzio non sia dovuto a tutto questo, ma a pensar male, qualche volta ci si indovina.
  9. Le complanari garantiranno la mobilità per chi non vuole pagare il pedaggio. Falso! Una vera e propria presa in giro. Per due ragioni. La prima che le complanari non esistono. Nel tratto Nord la vera, efficiente, complanare è la stessa Variante Aurelia; la vecchia pericolosa Aurelia, infatti, attraversa paesi e frazioni (Cecina, Donoratico, San Vincenzo, Venturina, Scarlino Scalo, Bivio Ravi, Grilli, Braccagni, Grosseto stessa) ed è stata, in molti casi, pedonalizzata. A sud di Grosseto (città che sarebbe attraversata da 7.000 veicoli/giorno in più…assurdo!!) l’Aurelia è ancora, e a maggior ragione, l’unica complanare possibile, perché non si possono chiamare tali le strade a sterro su cui SAT vorrebbe mandarci a morire. La seconda ragione è che le complanari non sono previste perchè SAT, per “ottimizzare il pedaggiamento”, non le vuole. Tutti devono prendere l’autostrada e pagare….e vada al diavolo chi non può permettersi di spendere i soldi del pedaggio.
  10. Le amministrazioni sono contrarie all’ultimo progetto! Falso! Alcuni politici venderebbero la Variante e la statale Aurelia per qualche briciola necessaria ai loro interessi elettorali. Il tratto zero (Chioma Marroccone), il prolungamento della SS398 (porto di Piombino), un cavalcavia/passante per i porti grossetani. Tutte opere che le varie amministrazioni avrebbero dovuto costruire con la fiscalità generale, ma non sono state capaci di realizzare. Oggi le vorrebbero demandare a SAT per giustificare il “furto” della statale e della variante Aurelia, e così ne diventano complici. Non fidiamoci.

Vogliamo, perché è un nostro diritto, una viabilità sicura, gratuita, poco impattante, ambientalmente ed economicamente: cioè, a Nord di GR il mantenimento nel pubblico (ANAS) della Variante Aurelia e a Sud di GR il raddoppio (in buona parte già presente) e messa in sicurezza dell’Aurelia secondo il progetto ANAS del 2001 o almeno che siano le popolazioni locali a decidere del loro destino.
“Dove finisce l’autostrada lì inizia la Maremma. Ora l’autostrada non finirà, speriamo che non finisca anche la Maremma”… e noi lotteremo perché non finisca nelle mani di chi vuole distruggerla. (Ubaldo)

A breve inizia la campagna di sostegno a NOSAT ... chi vuol difendere il proprio territorio dalle speculazioni a vantaggio dei soliti noti e partecipare attivamente avrà l'occasione di aiutare.

giovedì 17 novembre 2011

UNA SALA DA BALLO NEL NUOVO FLORIDA: PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI

Premettendo che avremmo preferito una soluzione che valorizzasse meglio l’urbanistica di Follonica rispetto alla realizzazione di un’area commerciale, ricordiamo che il 2 settembre del 2011 il sindaco Baldi si rivolse a mezzo stampa agli imprenditori che costruiranno il nuovo Florida chiedendo loro di tener conto della funzione pubblica che quest’area ha sempre assunto nel contesto cittadino. In tale intervista il sindaco affermava che: “oltre ai fondi commerciali potrebbe trovare spazio anche una sala da ballo non grande, ma comunque funzionale alle esigenze della citta’”. In quei giorni un decreto impediva che fosse il consiglio comunale a decidere e quindi la sig. Baldi non poteva far altro che chiedere una disponibilita’ ai costruttori facendosi carico delle richieste della popolazione che chiedeva a gran voce, anche tramite una raccolta di firme, il ritorno di una sala da ballo storica per Follonica. Ad oggi le condizioni sono cambiate perche’ tale decreto e’ decaduto e quindi sara’ il consiglio comunale a decidere sulla questione e adesso il comune puo’ legalmente imporre il ritorno di una sala da ballo nella nuova struttura. Noi crediamo che a questo punto non ci possa essere piu’ nessun impedimento perche’ il sindaco passi dalle parole ai fatti. Siamo molto contenti che a pensarla come noi siano anche i giovani democratici che proprio ieri hanno pubblicamente appoggiato l’idea di una sala da ballo nel nuovo Florida. Un altro aspetto su cui il comune dovrebbe ripensare e’ la costruzione nei sotterranei di semplici posti auto al posto dei garage privati previsti nel nuovo progetto. Siamo convinti che in questo modo si riuscirebbe a raggiungere una capienza quasi doppia di automobili rispetto all’attuale progetto. Questo risolverebbe in parte il cronico problema della mancanza di posti auto nella zona.

http://www.0566news.it/notizia.asp?idn=7583

domenica 13 novembre 2011

Se Renzi scatena la rissa: da Vendola a Bersani, tutti contro il rottamatore

Se Renzi scatena la rissa: da Vendola a Bersani, tutti contro il rottamatore
Scoppia la bagarre con il segretario del Pd e quello di Sel. La convention della Leopolda, alla sua seconda edizione, diventa una sorta di "Matteo contro tutti"
“La sinistra in cui sono cresciuto è la cosa più conservativa che c’è in questo paese”. Mentre la prima serata del Big Bang, venerdì, volge al termine Alessandro Baricco – lo scrittore che in qualche modo Matteo Renzi ha scelto tra gli ospiti d’onore – fotografa una di quelle verità difficili da negare. Un’altra la enuncia l’eretico Arturo Parisi (l’unico dirigente del Pd in “odore” di brontosauro ammesso a parlare) che si candida a padre nobile, ieri: “Piuttosto che sbagliare tutti insieme è meglio rischiare da soli di sbagliare per portare tutti gli altri ad avere ragione”. Eccole qui le categorie base del “renzismo”, enunciate nella loro versione più alta: la rottura con la politica del passato e l’egocentrismo legittimato a visione.

E ALLORA, Civati tenta di rubargli la scena, presentandosi non invitato? E lui lo chiama a parlare sul palco, relegandolo a episodio marginale. Bersani gli contrappone un’iniziativa a Napoli e lo ammonisce “i giovani devono essere a disposizione, senza scalciare e insultare”? E lui risponde: “Non sono un asino e non scalcio”. Di più, gli fa il verso: “Non siamo qui a schiacciare i punti neri delle coccinelle, come direbbe il nostro guru Bersani”. Matteo Renzi fa dell’arroganza e dello scontro un punto di forza. E la Leopolda anno secondo si guadagna i riflettori della politica italiana, con un fastidio misto a paura. Cinque minuti per uno, per un “Brainstorming” con la chiave “Se fossi il Presidente del Consiglio, io farei”, alla Leopolda si respira l’energia delle grandi occasioni, con una platea che non è identificabile né con quella delle assemblee della sinistra, né con le convention di destra. Lui Matteo Renzi instancabile “guida” dal palco. La giornata inizia con una protesta dei sindacati, quelli dell’Ataf, l’azienda di trasporti pubblici, in prima fila: “Matteo, come Cetto La Qualunque”, recitano i cartelli. Il Sindaco la concertazione non la ama e li liquida con poche parole: “Se la prendono con noi perché gli abbiamo chiesto di lavorare dieci minuti in più”. Arriva Sergio Chiamparino e fa sapere che “alle primarie, potrei aggiungermi anch’io”. Poi appare a sorpresa nel pubblico Pippo Civati, l’ex compagno d’avventura della prima Leopolda, non invitato, dopo un divorzio plateale. Crea un po’ di scompiglio, cerca l’incidente: Renzi non lo farà parlare? E invece no, il Sindaco lo chiama sul palco: “Questa è ancora casa mia”, dice Civati e sembra tanto tornare a Canossa, anche se per un attimo la scena è sua. L’evento intanto lievita. Non è chiaro dove si vada a parare e perché, delle rivelazioni promesse non c’è traccia, ma l’attenzione la tiene alta. Sul palco e in rete, dove si conduce un dibattito parallelo. C’è pure chi chiede l’abolizione di agosto, mese improduttivo oppure del denaro liquido, per favorire la tracciabilità. Renzi legge i Twitter di Franceschini (“Energie e idee che arricchiscono il Pd. Si può non condividerle, ma come si fa ad averne paura anzichè dire grazie?”).

UN GRUPPO sta lavorando a mettere in fila le 100 idee che saranno presentate oggi: abolizione del finanziamento dei partiti, no a più di tre mandati in Parlamento, ma anche riforma delle pensioni, per esempio. Anche se non è chiaro a nessuno quante delle 100 idee presentate da Renzi per Firenze nella sua campagna elettorale siano state realizzate, di certo il numero 100 gli ha portato fortuna. Quando arriva l’ora di pranzo Renzi fa un giro tra i tavoli e sembra di rivedere il Veltroni sindaco di Roma, che era bravissimo a costruire un pezzetto di consenso ogni giorno, mentre inaugurava asili e case di riposo. E a Firenze ci sono gli scrittori, c’è Pif, ci sono gli imprenditori (da Campo dall’Orto a Gori), c’è Costacurta. E c’è la colonna sonora di Jovanotti, qui nella canzone “Il più grande spettacolo”. Veltroni per la campagna elettorale del 2008 (che finì con l’Italia riconsegnata a Berlusconi) aveva scelto “Mi fido di te”.

E NON A CASO a Firenze ci sono pure Ermete Realacci e Salvatore Vassallo, in veste di veltroniano doc. Il Renzi che saluta per iscritto con “un sorriso” ricorda anche qualcun’altro: “Sono un berlusconiano deluso”, si affretta a stringergli la mano, Maurizio Liverani, imprenditore. Renzi non cerca approvazione e fiducia. Lui va all’attacco. E sono gli altri che rincorrono. Come Bersani che si è spinto fino a dire che modificherà lo Statuto del Pd per permettergli di correre alle primarie (e per cercare di disinnescarlo, magari battendolo). Renzi si permette di non sciogliere la riserva: “Noi candidiamo le idee”. E “Bersani ci risponda sui contenuti”. Lo attacca anche Nichi Vendola: “E ’ vecchio culturalmente e politicamente”. E lui: “Forse è giovane mandare a casa il governo Prodi come fecero i suoi amici?”. Attirato dalla vis riformatrice di Renzi a chiedergli aiuto per la sua battaglia contro la corruzione e la collusione del Pd siciliano arriva l’avvocato Giuseppe Arnone ma il suo pulmann che esibisce un manifesto 6 x 3 sulla questione morale prende una multa di 400 euro. Il Big Bang non guarda proprio in faccia a nessuno.

da Il Fatto Quotidiano del 30 ottobre 2011

Il "No" all'autostrada Serpentone di auto a Orbetello sull'Aurelia

Grosseto, 12 novembre 2011 -
Centinaia di macchine, trattori, con cittadini di tutte le età: è in corso la manifestazione contro l'autostrada tirrenica e il progetto Sat della gente di Orbetello. Un lungo serpentone di auto che sta occupando l'Aurelia. Mezzi che vanno a passo d'uomo in un tratto a quattro corsie, consentendo dunque al traffico regolare di continuare a scorrere. E i "No all'Autostrada" sono ben visibili sulle auto dei manifestanti, controllati anche da polizia e carabinieri con grande discrezione.
Una manifestazione pacifica, che vuole ribadire come, per molti cittadini, il progetto sia da rivedere. Anche se in diversi chiedono che l'autostrada non sia realizzata. "Ci basta l'Aurelia", dicono dalle auto mentre i clacson suonano in segno di protesta contro il piano di Sat.
Il serpentone è partito dai campeggi dell'Osa, all'altezza del campeggio Marina Chiara, per poi proseguire fino a Fonteblanda. Da qui il ritorno al punto di partenza. Sono presenti tutte le principali associazioni ambientaliste insieme al Coordinamento delle associazioni. Con loro anche il sindaco di Orbetello Monica Paffetti.

http://www.lanazione.it/grosseto/cronaca/2011/11/12/618278-autostrada.shtml

sabato 12 novembre 2011

E’ solo una Questione di Merito

“Noi pensiamo che il privilegio vada combattuto e distrutto ovunque si annidi, che i poveri e gli emarginati, gli svantaggiati, vadano difesi, e gli vada data voce e possibilità concreta di contare nelle decisioni e di cambiare le proprie condizioni, che certi bisogni sociali e umani oggi ignorati vadano soddisfatti con priorità rispetto ad altri, che la professionalità e il merito vadano premiati, che la partecipazione di ogni cittadino e di ogni cittadina alla cosa pubblica debba essere assicurata.”
(Enrico Berlinguer)

Una società meritocratica è, per definizione, una società dinamica, che sa rompere le barriere fra le classi e combatte i privilegi. Nel suo celebre volume dato alle stampe nel 1958, The Rise of Meritocracy, Micheal Young, eminenza grigia del Labour Party inglese, sintetizzò in un’equazione le sue tesi sulla meritocrazia: I+E=M, dove I sta per Intelligence (quindi doti intellettuali), E sta per effort (e dunque per impegno personale), mentre M, Merit, è la risultante di queste due virtù.
Ma ben 10 anni prima di Young, il medesimo concetto veniva formulato nella Costituzione Italiana, all’art.34 della quale sta scritto: “I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
Addirittura nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, firmata dai rivoluzionari francesi nel 1789, sta scritto all’art.6: “Tutti i cittadini sono ugualmente ammissibili a tutte le dignità, posti ed impieghi pubblici secondo la loro capacità, e senza altra distinzione che quella delle loro virtù e dei loro talenti.
In altre parole, la disuguaglianza è tollerabile solo quando è naturale (basata sulle doti e le abilità di ognuno), non politica (frutto di convenzioni sociali, che avvantaggiano pochi in ricchezze, onori, nobiltà e potere).
Il Cambiamento di cui tutti parlano, quindi, si realizza quindi nella lotta per una nuova società fondata sulla giustizia sociale, sulle libertà personali, ma soprattutto fondata sul merito e non sulla cooptazione. Solo una società veramente meritocratica può abbattere le ingiustizie e dare a tutti le stesse possibilità per cambiare le proprie condizioni di vita: troppo spesso ai vertici di questa piramide sociale siedono personalità contorte che gestiscono la cosa pubblica senza un minimo di competenza, facendo un uso privato di risorse pubbliche.
Lo stesso Parlamento Italiano, come è noto, è eletto dal popolo solo formalmente, perché in realtà è nominato da ristrettissimi gruppi di persone, una trentina al massimo, che non sono altro che quelle “componenti organiche del Palazzo”, come diceva Pasolini, che assumono le vere decisioni che poi vengono ratificate nei luoghi formali del potere istituzionale.
Il vero Potere non è mai sulla pubblica piazza, il vero potere è osceno, nel senso latino del termine, cioè è dietro la scena, opera all’insaputa dei cittadini e pone le basi per una sua duratura stabilità.
Con la legge elettorale varata a colpi di maggioranza da Berlusconi nel 2005 per impedire al centrosinistra di vincere, gli elettori non possono più scegliere i propri rappresentanti, ma solo ratificare a scatola chiusa le scelte effettuate dall’alto: la limitazione del diritto di voto è una conseguenza della totale mancanza di rispetto dell’attuale classe dirigente nei confronti dei cittadini elettori, oltre a dimostrare come voglia limitarne l’azione di controllo democratico.
È stato definitivamente spezzato il rapporto con il territorio dei parlamentari, che non rispondono più al popolo sovrano, ma solo ai loro nominatori ai quali devono subordinarsi, se vogliono vedersi garantita l’elezione nella legislatura successiva: si è creato un muro di nebbia impenetrabile tra la società civile e la classe dirigente, una incomunicabilità tra i due mondi che porta ad esiti disastrosi anche sullo sviluppo civile, politico ed economico del Paese.
Insomma, il Parlamento non capisce quello che i cittadini vogliono e, anziché stringere anch’esso la cinghia, alimenta il fuoco della protesta e della sfiducia aumentandosi i privilegi, anziché abolirli, e continua a privare di diritti e servizi essenziali i cittadini che pagano le tasse.
Il fatto che la legge nazionale fosse stata approvata in modo totalmente illiberale dal centrodestra, non significa che i referenti del centrosinistra siano esenti da colpe: pochi sanno che nel 2003 la regione Toscana ha approvato una legge elettorale regionale proporzionale con liste bloccate e senza voto di preferenza; non parliamo poi della dura opposizione a Prodi nel 2006 e di molte anime del Pd nel 2008 per la preselezione attraverso primarie dei candidati alle elezioni nazionali.
Insomma, questa legge elettorale, criticata a destra e a sinistra, ma anche condivisa sia da destra che da sinistra, non ha fatto altro che estremizzare e rendere più evidente (e lecito) il sistema di cooptazione oligarchica che sta alla radice della formazione della classe politica e della sua conseguente degenerazione morale.
Anche le primarie, che sono uno strumento essenziale nella vita di ogni partito per permettere una libera competizione, ma soprattutto per spezzare il sistema oligarchico che impera nella società italiana, sono state snaturate dai partiti che dall’estero le hanno importate, trasformandole in elezioni plebiscitarie a favore del candidato della corrente più forte: da anni ormai i partiti e le loro correnti non sono più strumenti di dibattito plurale, ma assomigliano sempre di più a quote di un consiglio di amministrazione dell’azienda Potere.
L’intera architettura istituzionale disegnata dalla Costituzione, fondata sulla divisione e il bilanciamento dei poteri, sulla partecipazione popolare tramite i partiti, su forme di democrazia diretta e sul controllo della pubblica opinione, sta diventando sempre più un guscio vuoto, uccisa e violata da leggi sempre più sottili e machiavelliche ideate da questo consorzio di interessi parziali.
Il nuovo sistema oligarchico (che sembra tanto ricordare le nomine octroyè del Parlamento concesse dai sovrani assoluti prima delle rivoluzioni borghesi) replica il peggio della partitocrazia e della correntocrazia della Prima Repubblica, in quanto la fine delle ideologie, il tramonto delle culture del Novecento, la fine dell’economia industriale hanno disarticolato quelle identità collettive aggreganti del corpo sociale che in passato consentivano una partecipazione di base autentica, reale, libera, appassionata.
L’abolizione della selezione per meriti sostituita da quella per cooptazione e per fedeltà sta creando una società di sudditi, cortigiani e giullari che va a comporre quel ceto di serie A di circa 500.000 persone che hanno trovato nella politica la scala mobile dell’ascensione sociale ed economica (garantita mediante l’occupazione e la lottizzazione dei gangli vitali della società civile, come la Rai, gli ospedali e le municipalizzate).
L’uccisione della meritocrazia è l’unico modo per impedire qualsiasi riscatto ai poveri e ai sottomessi, creando sempre più masse di diseredati, disoccupati e disgraziati contrapposte ad elite di baroni ricchissimi. Qualcuno dice che sono finiti i tempi della lotta di classe: ma le classi continueranno ad esistere finché perdureranno clientelismo, cooptazione e familismo amorale.
E quel che è peggio è che al vertice della piramide economico-finanziaria, strettamente legata a quella politica, vi sono non solo imprenditori capaci che rischiano e accrescono la ricchezza del Paese, ma anche e soprattutto stuoli di esponenti di quel capitalismo irresponsabile senza meriti e senza limiti legali, sociali ed etici che ha causato la gravissima crisi finanziaria contemporanea: per anni questi signori hanno chiesto deregulation alla politica per portare avanti i propri interessi personali a discapito dei cittadini, e ora invece chiedono (e ottengono) l’intervento dello Stato (quindi i soldi dei cittadini che hanno frodato) per rimediare ai propri disastri e ai propri crimini.
Negli ultimi dieci anni i profitti delle imprese sono cresciuti dell’87%, i salari solo del 13, mentre lo scarto tra lo stipendio dei massimi dirigenti e i loro dipendenti è di uno a quattrocento. Incredibile se si pensa che appena 20 anni fa era uno a quaranta e oggi in Italia ci sono i salari più bassi d’Europa.
L’OCSE ha disegnato un paese dove i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sono sempre più ricchi: con che coraggio certi signori della destra parlano di sacrifici per i lavoratori, quando essi stessi non hanno diminuito di un euro la propria busta paga, visto e considerato che le sole stock option (il premio assegnato ai manager che hanno aumentato il valore in soldi in dividendi delle società) è salito nel 2007 a 500 milioni di euro?
Molti affermano che questa classe dirigente rispecchia la società civile che la vota. Benissimo. Ma è anche vero che ogni popolo è ciò che la sua classe dirigente lo fa essere: è la classe dirigente che dirige la formazione della pubblica opinione, organizza il sapere sociale, seleziona la memoria collettiva, costruisce la tavola dei valori, imponendo dall’alto modelli negativi e positivi.
Come diceva Pasolini, le culture popolari autentiche, quelle che nascevano nelle campagne e nei quartieri popolari, sono state sostituite dall’omologazione di massa pilotata dal grande capitale e da una classe dirigente che, soprattutto con le televisioni, informa e forma l’opinione pubblica, infarcendola di tristi luoghi comuni e di spazzatura culturale.
Io sono stufo e stanco di essere stanco e stufo di vivere in una società dove il figlio di papà prevale sul figlio di nessuno semplicemente perchè nel primo caso i soldi sono tanti e le raccomandazioni indecentemente pubbliche; sono stanco e stufo di essere insultato da ragazzini viziati dal denaro dei genitori che ti sbattono in faccia con arroganza e prepotenza la loro incapacità e il loro demerito, affermando che “tu non sei nessuno né mai lo sarai perchè sei figlio di nessuno.” O che: “il mio padrino è un industriale, il tuo un pezzente.” (per la cronaca, mio padre finché era in vita ha sempre camminato a testa alta perché era un uomo perbene e onesto, e il mio padrino è un meccanico che si suda lo stipendio tutte le mattine da quando è nato, e sono fiero e orgoglioso di essere figlio del primo e figlioccio del secondo).
E’ solo una questione di Merito. Anche se, a volte, basterebbe un po’ di buona educazione e di civiltà, nonché pulizia morale. Chiedo troppo, lo so, ma la pseranza è sempre l’ultima a morire.

http://www.enricoberlinguer.it/qualcosadisinistra/?p=435

L'interrogazione del consigliere Marrini sull'area verde della 167 Ovest



Dopo le proteste fatte dal sottoscritto, ma soprattutto dai residenti, riguardo alla situazione di totale abbandono in cui versa l’area verde della 167 Ovest (precisamente lungo Via Einaudi, ossia parte dell’area mercatale del venerdì), non solo questi appelli sono caduti nel vuoto, ma, come se non bastasse, anziché ripulire e sistemare l’area (come era in origine), gli stessi cittadini si sono ritrovati all’interno di una pista di bocce alcuni bagni chimici.
Questi bagni, che di natura sono mobili, di fatto sono diventati ormai fissi, poiché sono lì già da molti mesi, senza considerare poi che, essendo sempre aperti, sono diventati dei veri e propri dormitori per alcuni senza fissa dimora.
Naturalmente tutto questo avviene sotto gli occhi “increduli” dei residenti, i quali ogni giorno, davanti alle proprie abitazioni, sono costretti a vedere e sopportare questa situazione “incresciosa e inaccettabile”, e per di più, nello stesso parco, dove sono presenti alcuni lampioni, dopo varie segnalazioni, non sono ancora state sostituite le lampade non funzionanti, cosa che rende quell’area semi-buia.
Ma la cosa incredibile è che nel parchetto è presente una pista di pattinaggio (che volendo viene usata per tanti altri sport) con tanto di impianto di illuminazione. Ebbene, invece di mantenerla e curarla (visto anche la poca spesa occorrente) per dare un posto ricreativo ai tanti ragazzi della zona e non, chi doveva decidere il da farsi, per non avere altri problemi, ha pensato bene di togliere completamente la recinzione della pista e di staccare l’alimentazione elettrica agli stessi lampioni.

PER QUANTO SOPRA CHIEDO

- La rimozione dei bagni chimici in quell’area e la loro sostituzione con dei bagni autopulenti, tra l’altro già installati in altre città della Toscana (vedi Piombino, S. Vincenzo, Grosseto);
- Il ripristino della piccola pista di pattinaggio e del campo di bocce;
- L’adeguamento dell’impianto di illuminazione, già esistente nell’area in questione.
Le chiedo cortesemente risposta scritta ed orale.

Sandro Marrini
Consigliere Comunale PDL

mercoledì 9 novembre 2011

PLATONE E LA POLITICA


Una delle punizioni che spettano per non aver partecipato alla politica è di essere governato da esseri inferiori.

TUTTO TRANNE CHE DEMOCRAZIA

 Lucas Papademos Mario Monti Gruppo Bilderberg Commissione Trilaterale Giulio Termonti Claudio Messora Byoblu Byoblu.Com

Sta succedendo qualcosa. Qualcosa che va oltre la crisi economica: sembra più che altro una crisi di sovranità. E non è la questione di lana caprina che tanto sembra preoccupare i nostri editorialisti di punta, ovvero se sia giusto o meno farsi commissariare dalla UE e dall'FMI rinunciando così - formalmente e pro-tempore - al possesso delle nostre stesse chiavi di casa. E' qualcosa di più profondo, una trama nella trama che si può provare a spiegare in molti modi diversi, ma che non è prudente lasciare che si dipani mentre l'attenzione generale si concentra su alcuni personaggi e non su altri.

L'interesse che i mercati finanziari e le istituzioni globali dimostrano da qualche tempo nei nostri confronti è sotto gli occhi di tutti, certo, ma non è che la parte superiore dell'iceberg, quella sberluccicante sotto ai raggi del sole. I giornali e le televisioni (chi più, chi meno) ci spiegano che siamo commissariati da una terna di ferro, composta dal Fondo Monetario Internazionale, dall'Unione Europea e dalla Banca Centrale Europea (BCE). Un accerchiamento totale al quale il gioco della speculazione internazionale ci consegna senza possibilità di fuga. Per il nostro stesso interesse - si dice - e per quello dei sottoscrittori del nostro debito dobbiamo realizzare una serie di riforme. E poiché non siamo più credibili, forti pressioni costringono il Governo in carica a rassegnare le sue dimissioni, nonché tutto un popolo a rinunciare alla propria autodeterminazione. Mutatis mutandis è più o meno quanto è accaduto in Grecia.

Il principio più incredibile che viene sostenuto senza il benché minimo stupore sarebbe quello secondo cui la politica da sola non può realizzare misure impopolari, perché avrebbe il timore di giocarsi il consenso elettorale, per cui sarebbe imperativo affidare le riforme necessarie a un governo di larghe intese, oppure al cosiddetto governo tecnico, magari sotto la direzione di un podestà forestiero. Cosa significa? Se i rappresentanti del popolo, democraticamente eletti, non sono in grado di introdurre una o più misure ritenute necessarie, perché i cittadini non le vogliono, allora va da sé che quelle misure non rappresentano l'espressione della volontà popolare. Dunque, in una democrazia, non dovrebbero essere adottate, o dovrebbero essere posticipate magari dopo l'approvazione di un qualche emendamento condiviso. Il concetto che si sta facendo passare, invece, è che esistono riforme che devono essere realizzate a tutti i costi, al di là della volontà popolare. In altre parole, si sostiene che se la classe politica non è in grado di farsene carico, perché i cittadini non le vogliono, allora deve farlo qualcun'altro. Si materializza cioè per brevi istanti, come in un episodio di Star Trek, una volontà terza e invisibile che prende le decisioni passando sopra ad ogni definizione di democrazia comunemente intesa. Una oligarchia nascosta. O, meglio, una sinarchia.

Quando la Grecia, non molti giorni fa, ha provato a forzare la mano sulla propria sovranità popolare, annunciando un referendum sulle misure della cosiddetta austerity, il sistema bancario internazionale ha reagito minacciando di non tagliare più il debito pubblico del 50%. George Papandreou è stato quindi convocato a una riunione preliminare del G20 ed è stato costretto a ritirare la proposta referendaria. Ma a quella stessa riunione precongressuale, un altro coinvitato eccellente era sotto torchio insieme al primo ministro greco: il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi. Date queste premesse, è davvero singolare che il governo greco sia caduto un paio di giorni fa, subito dopo la convocazione al G20, e che quello italiano stia per rassegnare le dimissione pressocché simultaneamente. Ancor più singolare se si prendono in considerazione i punti in comune tra le alternative avanzate in entrambi i casi per rimpiazzare gli esecutivi: due governi tecnici guidati da uomini esterni al meccanismo del consenso popolare, cioè due podestà forestieri: Mario Monti e Lucas Demetrios Papademos.

Entrambi hanno una formazione consolidata da una lunga permanenza all'estero, negli Stati Uniti. Mario Monti si laurea alla Bocconi ma si specializza all'Università di Yale, mentre Papademos si laurea in fisica e in ingegneria presso il Messachussetts Institute of Technology, dove consegue anche un master in economia. Insegna poi alla Columbia University dal 1975 al 1984 dove, in quegli stessi anni, sta concludendo il suo ciclo di insegnamento anche un signore di nome Zbigniew Brzezinski. Di origini polacche, politologo e geostratega, Brzezinski di lì a poco andrà ad occupare un posto estremamente importante per il governo di Jimmy Carter: dal 1977 al 1981 sarà nel Consiglio di Sicurezza Nazionale americano (NSA), influendo con la sua analisi strategica sul rapporto che gli USA avranno in tutti i processi di trasformazione politica più delicati della nostra storia, dall'invasione sovietica dell'Afghanistan alla guerra fredda fino alla conversione dell'Iran da alleato degli States a nemico giurato. Segnatevi dunque questo nome: Brzezinski, perché fra poco ne riparleremo.

Le carriere di Monti e di Papademos proseguono di buona lena. Il primo diviene dapprima rettore e poi, alla morte di Spadolini, presidente della Bocconi di Milano. E' International Advisor per Goldman Sachs dal 2005, nonché presidente del think-thank Bruegel, finanziato da 16 Stati e 28 multinazionali con lo scopo di influire privatamente sulle politiche economiche comunitarie. Nel 2010 Barroso gli commissiona un libro bianco sul futuro del mercato unico. Il secondo, il greco, nel 1980 diviene un economista senior della Federal Reserve Bank di Boston e poi della Banca di Grecia, di cui assume la carica di Governatore. Poi addirittura vice Presidente della BCE. E' proprio Papademos a traghettare Atene dalla drachma all'euro. Curioso che adesso sia indicato come la personalità più adatta a rimediare ai danni che, in qualche modo, ha contribuito a produrre.

E' qui che entra in gioco Zbigniew Brzezinski perché è lui che, nel 1973, viene incaricato da David Rockfeller di avviare un nuovo gruppo di lavoro: la Commissione Trilaterale (The Trilateral Commission). Nata con l'intento dichiarato di sviluppare i rapporti tra gli Stati Uniti, l'Europa e il Giappone, la Commissione Trilaterale è un'organizzazione non governativa e apartitica dove sostanzialmente si discutono le politiche migliori per agevolare le relazioni di interdipendenza reciproca, culturali e - perché no - d'affari. Un luogo di incontro dove i potenti, insomma, possono discutere di ciò che è bene per il mondo senza perdersi nelle lungaggini imposte dai parlamenti e dalle burocrazie diplomatiche. Un club. Un club con tre cariche fondamentali in rappresentanza del Nord America, Giappone ed Europa, quest'ultima ricoperta proprio dal nostro Mario Monti. Che soddisfazione! Ed è certamente significativo che tra i membri della Commissione Trilaterale, dal 1998 figuri anche Lucas Papademos, in virtù dei rapporti che è ragionevole supporre abbia sviluppato negli anni in cui insegnava alla Columbia University insieme a Zbigniew Brzezinski.

A onor del vero, se l'idea che la Commissione Trilaterale ha della democrazia deriva da quella dei suoi fondatori, non c'è da stare eccessivamente rilassati. Sul St. Petersburg Times, il 2 agosto 1974, Brzezinski pubblica le conclusioni di un rapporto dal titolo molto esplicativo di "The Crisis of Democracy": la crisi della democrazia. Il rapporto evidenzia come negli Stati Uniti l'efficienza della Casa Bianca fosse inficiata da un eccesso di democrazia e come, fin dagli anni '60, i governi dell'Europa dell'est fossero letteralmente sopraffatti dall'eccessiva partecipazione e dalle richieste che le burocrazia farraginose non erano in grado di smaltire, rendendo di fatto i sistemi politici ingovernabili. Il rapporto rimanda a una decisione politica adottata dalla Francia in semisegretezza, senza nessun dibattito pubblico aperto e altamente lobbizzata e conflittuale. Sembra che molti tra i membri della Commissione Trilaterale avessero un ruolo di rilievo nell'amministrazione Carter e fossero molto influenzati dal rapporto di Brzezinski.

Dunque abbiamo due governi che stanno cedendo simultaneamente il passo alle pressioni internazionali. E abbiamo due podestà forestieri, strettamente legati al mondo della finanza, dei mercati, delle banche ed entrambi membri della Commissione Trilaterale dei Rockfeller. Tutti e due sono in prima linea nella corsa a sostituirsi a due governi democraticamente eletti per prendere decisioni dichiaratamente impopolari. Ovvero, per definizione, contrarie alla volontà popolare.

Come se questa emorragia di rappresentanza democratica non bastasse, un altro gruppo di lavoro sovranazionale fondato sulla segretezza delle proprie risoluzioni, il gruppo Bilderberg, nell'ultima esclusiva riunione tenutasi nel giugno di quest'anno a St. Moritz ha accolto tra i propri ospiti proprio Mario Monti e, tra gli altri, Giulio Tremonti, forse la più acuminata spina nel fianco della maggioranza, artefice della paralisi che si è infine consumata nella dèbacle parlamentare di oggi.

Non c'è democrazia senza trasparenza, né può esservi in mancanza di un mandato popolare forte ed esplicito. Tutto può essere, tranne democrazia, la requisizione del nostro diritto di rappresentanza in nome di logiche che vengono assunte a porte chiuse, nelle sedi elettive dove si tutelano interessi privati, dove una ristretta èlite decide le sorti di interi popoli senza che a questi venga garantita una chiara percezione delle cose. Per questo dico che la sovranità popolare, in questo momento, è un concetto chimerico che sta cedendo il passo a una sinarchia di fatto, ovvero un governo ombra che in termini di real politik è sempre esistito, ma che sta diventando dominante, al punto che i suoi effetti iniziano a diventare palesi.
http://www.byoblu.com/post/2011/11/08/Il-Grande-Golpe.aspx

domenica 6 novembre 2011

LA SOLITA SINISTRA SPARA SUL CAVALIERE PER NON FAR MEA CULPA

 

La solita sinistra Spara sul Cavaliere per non far mea culpa ::: FRANCESCO BORGONOVO ¦¦¦ Sulle prime, gli amici progressisti non sapevano a chi addossare la colpa del disastro avvenuto in Liguria. 13 comandano loro da anni, non potevano assumersi le proprie responsabilità, quindi si vedevano costretti a prendersela con il destino cinico e baro, con la sorte crudele che ha precipitato sulla Regione una quantità inaudita di pioggia, provocando morte e devastazione.
Dopo un giorno soltanto, però, il colpevole perfetto è stato individuato: il governo di centrodestra.
Ieri il governatore Claudio Burlando - del Partito democratico - piangeva, si strappavai capelli.
In un`intervista rilasciata all` Unità accusaval`esecutivo:
«Il problema», spiegava, è che «qui nessuno di noi Regioni, Comuni, Province c`ha più un soldo. Come facciamo senza risorse?».
Colpa del centrodestra, precisava in un altro articolo il giornale fondato da Antonio Gramsci. E intervistava Roberto Della Seta, sempre del Pd, secondo il quale: «Nella legge di stabilità (ilbilancio dello Stato peri12012) che stiamo discutendo al Senato i soldi per tutte le politiche di risanamento ambientale sono stati dimezzati».Insomma, la tesi è che se i fiumi sono esondati, la responsabilità ricade sul centrodestra e sui decreti che ha prodotto negli ultimi mesi (anche se Giorgio Bocca denunciava gli scempi cementizi già mezzo secolo fa, quando Berlusconi era impegnato in tutt`altre attività).
Il governatore dellaToscanaEnrico Rossi (pure lui di sinistra), parlando del fiume Magra, si è lasciato sfuggire adenti stretti che «parte delle responsabilità vanno anche a quanto non fatto nei decenni scorsi in campo urbanistico». Poi si è subito corretto: «Il governo ha tagliato il 90% della spesa per l`ambiente».
L`Unità ha perfino riportato un dossier di Legambiente che dimostrava come il lavoro di messa in sicurezza per le zone colpite dalla sciagura è stato negativo per il 74%. Significa che la tragedia si poteva evitare. Stesso discorso hafatto Giovanni Valentini, ormai divenuto il meteo rologo ufficiale di Repubblica. Aparere suo, è stato il «malgoverno» e in particolare il fatto che «Berlusconi e Tremonti» abbiano tagliato «il 90% dei fondi per l`ambiente», a provocare i maggiori danni.
Sorge a questo punto un dubbio: ma chi diavolo ha amministrato la Liguria in questi anni? Il centrosinistra. Dal 2005, lo stesso Burlando che ieri piangeva. L`uomo che ha permesso la cementificazione selvaggia e la costruzione delle case dove si trovano ora. A nessuno si può imputare la crudeltà del fato che fa scendere dal cielo una quantità mostruosa di pioggi. Ma se i fiumi esplodono e le abitazioni si trasformano in argini perché sono costruite troppo vicino all`acqua, beh, la responsabilità ha nomi e cognomi. E di certo non può essere scaricata su Tremonti e Berlusconi.
Non pretendiamo che il centrosinistra ammetta le proprie colpe. Ma almeno ci evitasse le scene patetiche e le lacrime di coccodrillo.

Da "LIBERO - EDIZIONE MILANO" di venerdì 28 ottobre 2011


RISULTATI ELEZIONI REGIONALI 2010/ Liguria, presidente e Liste: vince Claudio Burlando (definitivi)

martedì 30 marzo 2010
RISULTATI ELEZIONI REGIONALI 2010/ Liguria, presidente e Liste: vince Claudio Burlando (definitivi)

Dati:

Percentuale votanti: 60.92%

Dati Ministero Interno - Sezioni parziali 1798/1798
CLAUDIO BURLANDO - 52,12%C.BURLANDO LA LIGURIA DI TUTTI
ListaVoti%Seggi
PARTITO DEMOCRATICO211.50028,310
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI63.0288,43
UNIONE DI CENTRO29.0743,941
RIFOND.COM. - SIN.EUROPEA - COM.ITALIANI29.3353,91
NOI CON BURLANDO27.6073,71
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'18.4182,51
FED.DEI VERDI8.6241,1-
LISTA BERTONE-FED. PENSIONATI-
ALL.DEM
5.6400,76-

PARTITI: SEMPRE MENO TESSERATI

Il Pdl ha chiuso il suo primo tesseramento il 31 ottobre. Altri partiti sono nel pieno del lavoro.Uno “zoccolo duro” di persone che ancora vogliono esercitare la militanza c’è ed è viva. In Maremma su un corpo elettorale di poco inferiore alle 200mila unità, i cittadini con la tessera di partito sono appena 9mila. Questo, per lo meno, dai dati raccolti dai partiti stessi. Il più in salute resta il Pd. I dati sul tesseramento, riferiti al 2010 perchè per il 2011 la campagna è ancora aperta e terminerà nella primavera 2012 (una sorta di differita) parlano di 5.300 iscritti. Segue a ruota il Pdl, che però si ferma a quota mille. In salute i partiti piccoli. L’Udc, ad esempio, veleggia sulle 650 tessere con la campagna adesioni ormai chiusa. Il Psi invece è intorno ai 500 iscritti. 
 
Giacomo D’Onofrio

PRIMA PAGINA SU CECINA

sabato 5 novembre 2011

VERSO IL SINDACO BALDI DALLA LIBELLULA NON SOLO LE CRITICHE, MA ANCHE GLI ELOGI



Apprendo consoddisfazione che da pochi giorni nel punto salute della 167 ovest, oltre ai prelievi, i cittadini potranno usufruire di un ulteriore servizio di medicina generale tramite la disponibilità dei tre medici Schettini, Aquino e Manghetti che effettueranno visite ambulatoriali per 3 giorni alla settimana al mattino di Lunedì, Mercoledì e Giovedì. Mi sembra giusto sottolineare quando l’amministrazione riesce ad accontentare le richieste che provengono dai cittadini e spero di dimostrare in questo modo, di essere sempre stato obiettivo e schietto nelle critiche ma anche negli elogi, senza nessuna faziosita’ di sorta. Mi rendo conto che non e’ cosa facile accontentare tutti nell’amministrare una citta’, ma sono convinto che questa soluzione sia addirittura piu’ importante per il quartiere della tanto desiderata farmacia comunale. Conoscendo bene la questione per essere stato uno dei promotori della raccolta delle 2000 firme, sono sicuro del fatto che la decisione sia stata presa dal sindaco stesso con l’approvazione del coordinatore della maggioranza (Rolando Stella) nonche’ degli assessori Pinzuti e Pecorini che hanno sempre seguito la vicenda. Esprimo un la mia soddisfazione personale per l’egregio lavoro svolto che sara’ sicuramente anche quella di un’intero quartiere che si e’ battuto tanto per ottenere maggiori servizi.

Per il Comitato La Libellula
Riccardo D’Ambra

venerdì 4 novembre 2011

Opinioni - Papa Ratzinger


"Habemus Papam". Così venne annunciata da Jorge Arturo Medina - Protodiacono del Collegio cardinalizio - l'elezione del nuovo Pontefice il cardinale Josepth Ratzinger con il nome di Papa Benedetto XVI.
Credo che i porporati che lo hanno eletto al secondo giorno di conclave non abbiano voluto correre rischi. Hanno scelto il certo per l'incerto. Potevano preferire Martini, uomo moderno e aperto al dialogo oppure eleggere un Papa latinoamericano o di pelle nera.
Niente di tutto questo. A mio parere non si è avuto il coraggio o la voglia di cambiare e di dare una svolta alla chiesa cattolica. Si è scelto di non cambiare, di chiudersi nel proprio guscio, di riempire cioè le piazze ma lasciare vuote le chiese.
Di Ratzinger è stato detto tutto. Teologo cattolico, difensore dell'ortodossia e convinto assertore della centralità e del primato della chiesa cattolica romana, la sola che dispone di tutta la verità e i mezzi di salvezza.
Nel catechismo da lui propugnato si legge che sono peccati gravissimi i rapporti impuri contro natura, l'oppressione dei poveri, l'omicidio volontario e la frode nel salario agli operai. La pena di morte e la guerra non sono accettabili né tollerabili. E' un uomo sicuro di sé, persuaso di essere sempre nel giusto e le conseguenze di questa convinzione potranno creare in futuro non pochi problemi a tutto il mondo cattolico e certamente una valanga di giudizi critici.
Per questo, non credo che il Pontefice sarà diverso dal ruolo di Prefetto di fede che ha rivestito sin dal 1981. Mi rimane difficile, infatti, pensare ad un suo cambiamento anche lento. Fino ad oggi il cardinale ha sostenuto accese battaglie contro i gay, contro la fecondazione assistita e contro il sesso tra persone non sposate.
Sono temi scottanti, di grande attualità e non facilmente risolvibili. Chissà se la grande responsabilità che ricade su di lui riuscirà ad illuminarlo nelle scelte difficili che dovrà affrontare. Certo sarebbe un vero miracolo se il papato cambiasse il Papa!
Spero di non offendere i lettori e il clero ma con papa Giovanni Paolo II è nato il culto della personalità. Il suo pontificato è stato attraversato da un grande entusiasmo e venerazione che poi si è trasformata in culto.
Spero vivamente che ciò non accada con il suo successore.

Vasco Pardini

NASCE IL COORDINAMENTO TERRITORIALE NO-SAT

Il 3 novembre a Donoratico è nato il coordinamento territoriale "No SAT" che coinvolge da subito 12 responsabili territoriali da Rosignano fino a Grosseto per unire la battaglia contro l'esproprio della Variante a Nord di Grosseto e dell'Aurelia a Sud di Grosseto per una finta Autostrada con vero Pedaggio!

IL BLOG

http://www.scoop.it/t/autostrada-tirrenica/p/622073482/la-libellula-follonica-problema-dell-autostrada-tirrenica-la

SU FACEBOOK
http://www.facebook.com/pages/Coordinamento-Territoriale-NO-SAT/210653082340416


Pagina FB del coordinamento territoriale no SAT impegnato al difendere i cittadi...ni e il territorio dall'esproprio della Variante libera nel tratto Rosignano-Grosseto e dall'esproprio dell'Aurelia libera nel tratto a Sud di Grosseto per la costruzione di una finta Autostrada con vero pedaggio.
IL LOGO PICBAGES PER CHI VUOLE AGGIUGERLO ALL'IMMAGINE FACEBOOK

mercoledì 2 novembre 2011

Unipol-Bnl, la grande retata

CALTAGIRONE DOCET – Il 1 febbraio 2010 inizia il processo ma viene subito rinviato al 18 marzo per “difetto di notifica” ad alcuni imputati; IL 20 aprile 2011: Fazio, il “direttore d’orchestra”, Frasca “il tecnico molto capace”, Caltagirone “uno dei leader”: distribuisce ruoli e compiti nella sua requisitoria il pm di Milano Luigi Orsi che chiede la condanna di 17 imputati, accusati di aggiotaggio, insider trading e ostacolo alle Autorità di Vigilanza, e l’assoluzione di altri 4. “Il Governatore”, Fazio aveva “una visione personale del potere, insensibile alle norme dell’Unione Europea”. A lui, spiega Orsi, andrebbe la pena piu’ alta ma gli viene concesso uno sconto perche’ merita le generiche cosi’ motivate dal pm: “E’ l’unico dei protagonisti che ha ‘perso il posto’ e ha avuto il coraggio di venire in aula a riaffermare l’ideologia che lo aveva pervaso, improntata a una visione medioevale della Vigilanza”. Per questo, alla pena di partenza di 5 anni il pm ‘toglie’ qualcosa e ridetermina il ‘quantum’ in 3 anni e mezzo e 700mila euro di multa.
LE PENE – Nessuna attenuante invece viene riconosciuta all’ex numero uno di Unipol, Giovanni Consorte (4 anni, 7 mesi e un milione di multa) e agli altri vertici della compagnia, Ivano Sacchetti e Carlo Cimbri (entrambi 4 anni, 4 mesi e 1 milione e 100mila euro). Molto severa anche la condanna chiesta per l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone (4 annni e un milione di euro), il cui ruolo sarebbe stato quello, nelle vesti di leader dei controppattisti, di “riallineare ragazzi scalmanati come Ricucci che volevano fare soldi”. E per l’allora ‘furbetto del quartierino’ e gli altri immobiliaristi e finanzieri che sarebbero stati impegnati a rastrellare segretamente azioni di Bnl, Orsi ha sollecitato una condanna a tre anni, cosi’ come per per i banchieri coinvolti nella vicenda. L’assoluzione è stata caldeggiata solo per Emilio Gnutti, Pierluigi Stefanini (presidente di Holmo) e due funzionari di Deutsche Bank. “Non si e’ mai visto ne’ in Italia ne’ nel mondo un aggiotaggio di questo genere – ha affermato Orsi – diverso da quello ipotizzato nel processo Parmalat perche’ sistemico e che ha coinvolto la Vigilanza e una non piccola parte del sistema bancario”. La Procura ha anche chiesto la condanna per la violazione della legge 231 di Unipol (975mila euro), Deutsche Bank, Carige, Popolare Verona e Biper (600mial euro). Assoluzione invece per Holmo e Coop Adriatica.
LE ALTRE PENE – Lo scorso maggio, nel processo per la tentata scalata di Banca popolare di Lodi ad Antoneveneta, i giudici della seconda sezione penale di Milano hanno condannato, tra gli altri, l’ex governatore di Bankitalia Fazio a 4 anni più 1,5 milioni di euro di multa, Consorte a 3 anni e a un milione di multa, e l’ex AD di Banca popolare di Lodi Gianpiero Fiorani a un anno e 8 mesi. I reati, a vario titolo, erano aggiotaggio, ostacolo alle autorità di vigilanza, appropriazione indebita e riciclaggio.

http://www.giornalettismo.com/archives/163267/unipol-bnl-la-grande-retata/2/