venerdì 17 giugno 2011

VIDEO/ Brunetta il castiga-precari. Chi è davvero? Indagine


Una contraddizione vivente Renato Brunetta, il “castiga fannulloni” ribattezzato oggi “castiga precari” dopo la sua infelice uscita “siete l’Italia peggiore”, sparata su cui poi ha prevedibilmente corretto il tiro.
Renato Brunetta non ha brillato a scuola, non ha brillato sul lavoro, non ha brillato in politica. Allora perché si autodefinisce il ministro più amato dagli italiani? La sua battaglia contro i “bamboccioni”, i “fannulloni”, è stata una campagna mediatica creata ad hoc. Renato Brunetta si è voluto cucire addosso il ruolo di sceriffo della PA, eppure sembra che sia uno che predica bene e razzola male.A voi il video e le dovute conclusioni.

http://www.newspedia.it/video-brunetta-il-castiga-precari-chi-e-davvero-indagine/
http://espresso.repubblica.it/multimedia/home/3671846

LA VERA FACCIA DEL PD SU ACQUA E ASA

 
L'ex assessore comunale in quota Pd, ora presidente Asa, rivela: ai referendum mi sono astenuto, avrei votato NO sui due quesiti sull'acqua e forse anche sul nucleare

Una cosa è chiara di questo referendum: il Pd dopo le batoste elettorali prese a Milano e Napoli con vittorie di candidati del tutto estranei alla loro area, ha cercato di montare sul carro referendario quando ha visto che l'aria stava cambiando e anche i referendum sarebbero stati invasi da cittadini che avrebbero votato a prescindere dalle indicazioni dei partiti.


Questa premessa è dovuta per capire meglio le dichiarazioni che il presidente Asa Del Nista ha rilasciato questa mattina a Il Tirreno.

Serve tuttavia un'altra premessa, cioè che, come da noi scritto subito dopo la nomina degli assessori nel 2009, la Giunta livornese è partecipata da importanti azionisti di maggioranza che sono banche, in particolare Monte dei Paschi, e Confindustria. Non è un caso che l'assessore al bilancio del Comune di Livorno sia sempre un uomo delle banche, Del Nista nelle precedenti legislature e Valter Nebbiai in questa. Ma il Monte dei Paschi è rappresentato anche da Ritorni allo sport. E non è un caso che come presidente Asa oggi ci sia Del Nista che non è lì tanto come funzione pubblica ma a garanzia ed interesse del Monte dei Paschi ed altre banche che hanno emesso un prestito di 74 milioni di euro ad ASA.


Del Nista nell'intervista di questa mattina punta il dito proprio sugli intrecci fra banche e privati che a suo dire garantiscono gli investimenti: «Genova (cioè il socio privato di maggioranza AGA SpA ndr) mette i soldi nel capitale, mica negli investimenti. Quelli li facciamo indebitandoci con le banche e il 7% copre a malapena gli interessi: il finanziamento di 74 milioni di euro ottenuto nel giugno dello scorso anno dal sistema bancario mette in moto un ingranaggio finanziario tale da creare 230 milioni di lavori sul territorio». «Guai se eventuali incertezze mandassero in fibrillazione i rapporti con le banche e creassero intoppi a questo meccanismo di investimenti». A parlare più che un funzionario pubblico con obiettivo di tutelare un bene comune e l’interesse della collettività, sembra un membro di un consiglio di amministrazione di una banca.


Strano tuttavia che a fine del 2008 il sindaco Cosimi (allora capogruppo DS in consiglio comunale e strenuo sostenitore della privatizzazione), affermò pubblicamente di voler riacquistare da Amga (la SpA genovese che oggi si chiama AGA ndr) il 40% delle quote dicendosi "insoddisfatto per la scarsa attenzione posta da AMGA al nostro territorio". Il neopresidente Del Nista invece affermò pubblicamente che il socio privato "ha pensato soltanto ad ottenere utili da questa situazione". La Cgil invece denunciò lo scarso peso del socio pubblico nel consiglio di gestione, saldamente in mano privata.


Certo, la vittoria del referendum non esaurisce tutte le complessità legate alla gestione dell’acqua e agli assetti societari che devono garantire il servizio. Il referendum innanzitutto dà indicazione incontrovertibile che l’acqua non è un bene che devono gestire i privati a piacimento e sulla quale massimizzare i profitti. L’acqua è innanzitutto un diritto ed un bene comune e è impensabile che qualcuno si metta al tavolino a investire capitali per massimizzare profitti e incentivare il consumo (non il risparmio) di un bene così prezioso.


Servono tuttavia proposte, anche perché non è coi princìpi che si gestisce un acquedotto ed un servizio così fondamentale. Ma il referendum i princìpi da seguire li ha dettati chiaramente e vanno oltre la questione tecnico-legislativa e un presidente come Del Nista non può rispondere con il fatalismo di uno che dice: “Così è”.

I Comitato referendari dell’acqua non fanno ideologia o demagogia. I Comitati faranno proposte concrete e già dalla prossima settimana, anche a Livorno, organizzeranno incontri con esperti del settore e membri nazionali del Comitato che verranno ad illustrare le proposte concrete che poi saranno messe sui tavoli delle amministrazioni locali.

Senza mai dimenticare, caro Del Nista, che in città come Parigi e Berlino (non Fauglia o Frittole) l’acqua è stata ripubblicizzata dopo un’esperienza negativa con i privati.

Probabilmente il problema di fondo per Del Nista non è trovare una soluzione che dia seguito all’indicazione referendaria ma andare a dire a banche e privati che mangeranno meno, oppure agli infiniti Consigli di amministrazione parapubblici che ci sarà da risparmiare sui loro compensi.

Sul prossimo numero cartaceo di Senza Soste in uscita nei prossimi giorni troverete uno speciale sulla situazione di Asa con l'intervista ad una Rsu dell'azienda e un breve riassunto della storia di Asa.


Tratto da: http://www.senzasoste.it/locale/del-nista-la-vera-faccia-del-pd-su-acqua-e-asa#.TfslJV7e84Q;facebook

mercoledì 15 giugno 2011

PEDAGGIO: L'ESENZIONE PER I RESIDENTI RESTA SOLO UNA PROMESSA

DOCCIA FREDDA per il pedaggio. Dalla presentazione del progetto definitivo del secondo lotto della Tirrenica ci si attendeva una chiarificazione sulle modalità di esenzione dei residenti, invece nulla. «Resta un nodo importante da sciogliere — spiega il sindaco Stefano Benedetti di ritorno da Roma — ci sono state le conferme positive per il territorio delle opere complementari come la complanare tra Palazzi e Cecina, gli adeguamenti della 206 e la viabilità fra il cavalcavia del Cedrino e Marina, ma è mancato il chiarimento sul pedaggio dei residenti. Su questo punto come sindaci non possiamo accettare questa indeterminatezza.

E’ stato sottoscritto un accordo che prevede l’esenzione e chiederemo alla Regione di essere al nostro fianco nel porre la questione sul tavolo Sat e del ministero. Non è pensabile che ci sia un ritorno al passato quando i cittadini si muovevamo sulla vecchia Aurelia». E La Regione Toscana ha annunciato ieri sera che aprirà in tempi rapidi un tavolo di confronto con gli enti locali coinvolti, coordinato dall’assessore Luca Ceccobao, così da analizzare il progetto in tutte le sue parti e fare le integrazioni e le modifiche necessarie. Compreso il Lotto Zero che nel progetto non viene menzionato (a differenza del collegamento col porto di Piombino)anche se c’è un impegno generico come sul pedaggio. L’obiettivo è terminare la fase di confronto a fine luglio per aprire poi la conferenza dei servizi in modo da poter effettuare la «Via» e arrivare quindi alla definitiva approvazione da parte del Cipe prima della fine dell’anno. Sempre che la questione pedaggio venga risolta.

DAL punto di vista tecnico due le novità principali emerse ieri a Roma dalla presentazione del progetto definitivo del secondo lotto dell’autostrada Tirrenica, da Cecina a Civitavecchia: la conservazione di tutti gli svincoli esistenti e il sistema di pedaggiamento «Free Flow Multilane», che dovrebbe permettere la rilevazione automatica dei passaggi. Nella zona di nostro interesse, vale a dire da Palazzi fino a Follonica, si è deciso di conservare il tracciato, già individuato nel progetto preliminare e senza l’introduzione di sostanziali variazioni; viene così riconfermata l’ipotesi dell’ampliamento in sede della «Variante Aurelia», con una larghezza della piattaforma complessiva di ventiquattro metri, riconsiderando le opere non strettamente connesse all’intervento, a favore di riqualificazioni delle viabilità locali strettamente correlate alla nuova infrastruttura. La scelta di cambiare poco il tracciato deriva sia dalla necessità di conrtenere i costi che da quella di ridurre l’impatto ambientale e il consumo del territorio. Rispetto ai 3,8 miliardi di euro iniziali la Tirrenica dovrà costare circa la metà: 2 miliardi di euro, comprensivi dei due lotti già avviati, di cui è in via di completamento il lotto 1 da Vada a Palazzi, di 4 km, e il lotto 6 A da Tarquinia a Civitavecchia, di 15 km. È prevista anche la realizzazione di una «Greenway», un percorso ciclabile integrato con il contesto socio-culturale del territorio.

Il progetto del secondo lotto prevede anche interventi di abbattimento del rumore con l’utilizzo di pavimentazioni drenanti fonoassorbenti e di opportune protezioni in prossimità dei centri abitati, un oparticolare fondamentale per tutto il tratto che costeggia Cecina, La California e Donoratico.

Luca Filippi    

PRESENTATO IL PROGETTO PER L'AUTOSTRADA TIRRENICA

ROMA – «Ho cercato di calcolare i costi di mancato sviluppo Toscana per ogni anno di mancanza dell’autostrada tirrenica e per i ritardi infrastrutturali e credo siano molto elevati. E’ necessario non lasciarsi più irretire dalla burocrazia e auspichiamo che alla fine di luglio possa concludersi l’iter amministrativo per procedere alle gare d’appalto e iniziare i lavori». E’ questo l’auspicio del Presidente della Giunta Regionale della Toscana, Enrico Rossi alla conferenza stampa di presentazione dell’autostrada tirrenica A12 Rosignano-Civitavecchia che ha avuto luogo nel pomeriggio del 14 giugno nella Sala del Parlamentino del Ministero delle Infrastrutture a Roma.
Alla conferenza, oltre a Rossi, erano presenti il Ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, rappresentanti della Regione Lazio, il Presidente di Sat Antonio Bargone, l’Ad di Sat Ruggero Borgia e il Presidente di Anas (Pietro Ciucci) oltre ad alcuni rappresentanti delle provincie di Livorno e Grosseto e dei comuni interessati dal tracciato (da notare l’assenza dei sindaci della Val di Cornia, compreso quello di Piombino, città interessata dal prolungamento della SS.398).
Il Presidente di Sat Antonio Bargone, uomo benvoluto dal centrodestra e avvocato di Massimo D’Alema, ha rimarcato che «la tappa essenziale per il completamento dell’A12 è stata effettuata lo scorso 23 marzo con la presentazione del progetto definitivo per la convenzione unica Anas-Sat riguardante l’autostrada Tirrenica. Vi possono essere alcune piccole variazioni concordate con gli enti locali senza sforare il tetto di spesa di 2 miliardi di euro. I comuni della Provincia di Livorno e i loro sindaci sono stati attenti, partecipi e collaborativi – continua Bargone – purtroppo vi sono sempre dei pregiudizi ideologici di chi non vuole mai cambiare nulla. La realizzazione di questa autostrada – conclude il Presidente di Sat – non costa nemmeno 1 euro di soldi pubblici, essendo auto-finanziata integralmente da una società privata. Il progetto della Sat può davvero presentarsi come un modello di realizzazione e progettazione per l’Italia e l’Europa».
Non è stato possibile, in quanto la stampa non ha potuto rivolgere domande ai relatori, chiedere a Bargone come considerava, a livello sia politico che etico, l’osservazione che gli è stata rivolta da più parti per l’inopportunità di essere contemporaneamente sia Presidente della società concessionaria, che Commissario governativo per l’autostrada stessa.
L’amministratore delegato Sat Ruggero Borgia ha poi illustrato nel dettaglio, avvalendosi di numerosi strumenti multimediali, il progetto realizzativo della Rosignano-Civitavecchia. «E’ esattamente il tracciato della Variante Aurelia con alcune piccole varianti – ha esordito Borgia – e le varianti più significative le abbiamo a Ripescia e La Torba assieme alla ricucitura della viabilità di servizio e alla riqualificazione della viabilità locale e connessa».
Il progetto illustrato prevede a Campiglia un collegamento alla vecchia Aurelia e una bretella che possa collegare Venturina alla Stazione FS di Campiglia senza essere costretti ad accedere all’autostrada.
«La viabilità alternativa in questo settore – ha preseguito Borgia – è la vecchia Aurelia. Per quanto riguarda il prolungamento della SS 398 fino al porto di Piombino, questa è stata una delle maggiori prescrizioni che ci sono arrivate obbligatoriamente dal CIPE, e noi ci siamo persuasi dell’importanza anche turistica di questo prolungamento in considerazione del fatto che Piombino è il naturale approdo per i turisti che si rivolgono all’Elba, all’Arcipelago Toscano, alla Sardegna e alla Corsica. Il prolungamento sarà fino al Viale Unità d’Italia e non siamo riusciti ad attraversare l’area portuale e industriale piombinese perché là vi sono problemi che non sono alla portata di una concessionaria come Sat».
L’autostrada sarà lunga 206 km e saranno conservati tutti i 31 svincoli attuali che quindi non saranno rifatti ma solo riqualificati. Per il manto stradale andiamo verso il “rifacimento, ma non tutto e non subito – precisa Borgia – e dobbiamo dire che sono previste forme di agevolazione del pedaggio dei residenti ma questi dettagli li vedremo più in là consultando gli enti locali».
Tra i punti controversi del progetto c’è la riduzione delle aree di servizio da 36 a 8 per tutto il tracciato e allo stato attuale non sappiamo che fine possa fare quella di Venturina. L’ad di Sat ha anche magnificato la realizzazione di 200 attraversamenti faunistici «non solo a tutela degli animali ma per eliminare una delle prime cause di sinistri» e la realizzazione della Greenway ciclistica, mettendo in rete le piste ciclabili delle due provincie e con la realizzazione di 27 km di nuove piste ad uso dei ciclisti.
Enrico Rossi, Presidente della Giunta Regionale della Toscana, non solo segnalava – come già citato – il danno economico di un ritardo dei lavori ma manifestava una preoccupazione per le decurtazioni operate dal CIPE. «La maggiore nostra richiesta al Ministero – ha affermato Rossi – è stata il rispetto degli accordi presi per la permeabilità dell’autostrada, soprattutto a tutela dei residenti. Questa dell’autostrada tirrenica è stata l’unica questione messa sul tavolo del governo: la Toscana chiede un impegno forte. Abbiamo bisogno – ha concluso Rossi – di rilanciare le infrastrutture con leva pubblica ma senza finanziamenti pubblici anche per incrementare l’occupazione toscana».
Pietro Ciucci, Presidente dell’Anas, bancario e uomo di finanza, recentemente confermato anche amministratore delegato della società “Stretto di Messina” per la realizzazione del ponte, ha sottolineato che «la difficile quadratura del piano finanziario che comunque è riuscito. La Rosignano-Civitavecchia colma un buco nella rete autostradale italiana ed è un tassello di quel corridoio tirrenico che arriverà fino al ponte sullo stretto. E’ necessario che il governo nazionale semplifichi le normative – ha proseguito Ciucci – per avere un apporto sempre maggiore del capitale privato».
Infine il ministro Altero Matteoli ha esaltato il lavoro progettuale e ha ricordato come negli ultimi quarant’anni abbia sempre spinto per la realizzazione di quest’opera che reputa indispensabile sia per la portualità tirrenica che per il trasporto Nord-Sud ed è una realizzazione, a detta del ministro, di portata europea. Dopo aver elogiato Bargone e i suoi trascorsi politici, Matteoli ha voluto «ringraziare soprattutto il Presidente Rossi per gli eccellenti rapporti istituzionali che hanno permesso la realizzazione dell’autostrada. In Toscana vi sono anche altre realtà su cui applicare la stessa dinamica della Sat e parlo della Fano-Grosseto, della Siena-Firenze e della Firenze-Pisa-Livorno. Queste opere sono prioritarie per il governo Berlusconi e spiace vedere – ha proseguito il ministro – che i giornali e siti internet, soprattutto locali non tengono conto delle opere complanari e integrative di questo progetto e si lasciano andare a commenti ideologici negativi cercando di allarmare i cittadini. Il 27 giugno inaugureremo il primo tratto sulla barriera di Rosignano».
Pur ringraziando il ministro Matteoli per la citazione sull’attento lavoro svolto dall’informazione locale, e quindi anche dalla nostra testata, si deve comunque dire, nonostante la seducente presentazione, che rimangono molti dubbi circa questo progetto, e soprattutto non si sono date risposte precise alle inquietudini dei cittadini. Non solo è abbastanza opinabile il modello realizzativo che usa una strada pubblica (la Variante Aurelia) per trasformarla in una a pedaggio promettendo solo opere minori a livello di complanari e qualche miglioria in cambio di una concessione che frutterà molti soldi alla società concessionaria.
Ma anche sulle riduzioni ed esenzioni per i residenti che per la riduzione delle stazioni di servizio non è stato detto nulla di preciso, e si è rimandato a “successivi approfondimenti”. Se si vorrà applicare questa politica anche alla Fano-Grosseto, alla Siena-Firenze e alla FI-PI-LI, questo significherà la quasi completa privatizzazione del trasporto in Toscana.
Si è ribadito che la strada alternativa di elezione per la costa degli etruschi sarà la vecchia Aurelia e numerosi articoli del Corriere Etrusco hanno già manifestato preoccupazione per l’elevato numero di morti negli ultimi dieci anni e scetticismo da molte parti per questa scelta.
Permane l’impressione che, sotto la scusa di “non volere mangiare altro territorio” si sia adoperata la scelta più facile e meno dispendiosa privatizzando di fatto gran parte della viabilità tirrenica. Le politiche infrastrutturali sono ovviamente fatte di scelte e se il governo Berlusconi vuole “investire” miliardi di euro per il ponte sullo stretto di Messina è logico che sacrificherà, essendo pochi i fondi pubblici, l’autostrada tirrenica.
Speriamo solo che il Presidente Rossi non si accodi, anche culturalmente, a questo liberismo infrastrutturale vendendo, come Esaù nella Bibbia, la sua primogenitura (il suo essere il presidente di una regione “di sinistra”, e il ruolo del pubblico in Toscana) per un piatto di lenticchie (la realizzazione a basso costo dell’autostrada da parte di privati che tasseranno i cittadini levando i cartelli blu dalla superstrada, e mettendo al loro posto quelli verdi).

Andrea Panerini, Corrispondente a Roma del “Corriere Etrusco

giovedì 9 giugno 2011

FLORIDA E' GUERRA SUL PROGETTO

Se il piano passa sarà quintuplicato, emendamento Pdl in consiglio

PAOLA VILLANI

FOLLONICA. «La cubatura concessa è eccessiva torniamo a quella stabilita nel 2000». Per il recupero del Florida chiesto un passo indietro all’amministrazione dall’opposizione. La ristrutturazione dell’ex dancing di viale Italia torna in discussione: attraverso un emendamento al Regolamento urbanistico, che andrà in approvazione Domani in consiglio comunale, Charlie Lynn (Pdl) chiede che si torni alla vecchia concessione inerente alla ristrutturazione, 500 metri cubi di volumetria e non i 3000 previsti ad oggi nell’atto che sta per diventare definitivo.
La vicenda parte da lontano: da anni il Florida è in disuso e l’area oggi è completamente degradata. Non è solo la sua posizione, di fronte al mare e in pieno centro, ciò che rende speciale quel posto, ma sono soprattutto i ricordi dei follonichesi che su quella pista da ballo hanno trascorso la gioventù. Adesso la previsione urbanistica per quell’area è legata oltre che alla possibilità di creare nuovamente una sala dancing anche al commercio, e se negli anni’90 il Comune aveva stabilito che l’edificio poteva essere ricostruito solo per un quarto della cubatura esistente, oggi si potrà rifare totalmente la struttura per la cubatura del vecchio locale da ballo. Lynn chiede che si ritorni al passato. «La ragione per cui ho presentato l’emendamento - spiega - nasce da una serena lettura delle carte comunali che mi hanno portato a ricostruire la vicenda Florida, la cui storia ancor oggi è piena di punti interrogativi. La volumetria originaria di 500 metri cubi venne confermata dalla variante al centro urbano del 2000 per la sua idoneità a riproporre l’armonia estetica del lungo mare nel rispetto della tradizione storica dell’edificio. A tale provvedimento la proprietà ricorse al Tar contro il Comune che ne uscì vincitore e così venne nuovamente confermata la volumetria di 500 metri cubi. Quali sono state allora le motivazioni per cui oggi il Comune, nonostante questa sentenza, smentisce se stesso preparandosi ad approvare la concessione di una volumetria per 3000 metri cubi?»
I punti interrogativi aumentano se risaliamo al 1988 quando con una delibera di giunta, poi ratificata in consiglio con il solo voto favorevole dell’allora Partito Comunista, il Comune rinunciò alla convenzione datata 1930 con cui si prevedeva il canone annuo di 1 lira a vita e senza spese di manutenzione, aprendo così le porte alla proprietà privata. Allora Luigi Cacialli era assessore ed oggi, nel 2011, in qualità di consigliere e presidente della commissione urbanistica si prepara insieme ai i suoi colleghi democratici ad approvare il provvedimento.
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