lunedì 23 aprile 2012

Rifiuti: Gaglianone-Cetraro e lungimiranza degli amministratori follonichesi



Oggi nel PD ricominciano le guerre interne tra la fazione dei Baldiani e quella dei Saragosiani. E' di oggi la critica dell'ex assessore Gaglianone nei confronti dell'attuale assessore all'ambiente Cetraro che era stato preso gia' di mira in precedenza da rifondazione comunista e dai grillini..

http://sit.comune.follonica.gr.it/rassegna_stampa/articoli/2012/04/20120422_9.50.47.pdf

In sostanza la Gaglianone accusa l'attuale Ammnistrazione di non voler estendere il porta a porta a causa dei costi, ma che comunque ai cittadini follonichesi tocchera' pagare di piu' la TARSU a causa del fatto che non raggiungendo i valori prefissati di differenziata ci sara' da pagare una sovrattassa. Nella sua analisi afferma giustamente che amministrare significa avere la visione dello sviluppo del territorio nel tempo. Qui sotto e' descritta la convenzione A.T.O Strillaie merito della stessa Gaglianone al tempo del suo mandato. Analizziamola.


La Convenzione A.T.O. 9-Unieco


Nel 2005 l' Autorità di Ambito n.9 (A.T.O. 9) di Grosseto ha stipulato una Concessione con Unieco società cooperativa (ed altre società).

L' A.T.O. 9 è l' ente che organizza la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nella provincia di Grosseto e rappresenta tutti i comuni e la provincia stessa.

Unieco società cooperativa è una grossa impresa di Reggio Emilia che prevalentemente opera nel campo delle costruzioni.

Con la convenzione l' A.T.O. 9 da in concessione ad Unieco “la progettazione definitiva ed esecutiva, la costruzione e la gestione funzionale ed economica dell' impianto di Ambito.” Quindi Unieco costruirà e gestirà l' “impianto di Ambito”.

L' impianto di Ambito sorgerà a Le Strillaie, a monte della discarica, su un terreno del Comune di Grosseto. Sarà composto da due parti: una per la selezione dei Rifiuti Urbani Indifferenziati (RUI) e stabilizzazine della Frazione Organica Rifiuti Solidi Urbani (FORSU); l'altra per il trattamente dei rifiuti verdi e di quelli organici prvenienti dalla raccolta differenziata.

L' impianto produrrà quindi CDR (Combustibile da rifiuti), FOS (frazione organica stabilizzata) e Compost. I tempi ri realizzazione sarannò 510 giorni dall' apertura del cantiere.

La durata della concessione di gestione è fissata invece in 28 ANNI dal collaudo dell' impianto (quindi almeno fino al 2038). Durante questo periodo l' A.T.O. 9 si è impegnata a “far conferire, escusivamente al Concessionario, i rifiuti urbani e assimilati da raccolta indifferenziata e la frazione organica e i rifuti verdi da raccolta differenziata [...] provenienti dalle aree di raccolta previste nel piano provinciale di Grosseto [...]”. Di conseguenza i rifiuti indifferenziati e la parte verde della raccolta differenziata dovranno andare a questo impianto.

L' impianto tratta nominalmente 91.460 tonnellate all' anno di RUI (rifiuti urbani indifferenziati) e 27.512 tonnellate annue di “verde”. Deve comunque ricevere almeno 95.178 tonnellate annue totali e al massimo 142.766. (per avere un confronto: tutta la provincia di Grosseto, sommando sia RUI che tutta la raccolta differenziata, compresa carta e multimateriale, arriva a malapena a 180.000 t/a).

Tutti i rifiuti, una volta lavorati, rimarranno di competenza dell' A.T.O. 9 che dovrà farsi carico anche delle successive spese ditrasporto e smaltimento. E nello specifico:

_ il CDR dovrà essere conferito (INCENERIMENTO) in appositi impianto indicati dall' A.T.O.9;

_ il FOS andrà in discarica o in bonifiche e recuperi ambientali;

_ il Compost dovrà essere commercializzato;

_ i Metalli recuperati dovranno essere commercializzati;

_ tutti gli scarti andranno in discarica.

I costi dei trattamenti oscilla tra i 55 €/ton e i 68 €/ton da versare come tariffa ad Unieco. Vanno poi aggiunti 12 €/t quale indennità di locazione (che saranno versati al Comune di Grosseto). In totale sono circa 8 Milioni e 300 Mila Euro all' anno.

Come si vede c'e' una clausola che fissa in 28 anni il periodo di obbligo di conferimento di un certo quantitativo di indifferenziata. Questo in soldoni significa che per un periodo infinitamente lungo diventa praticamente inutile differenziare ... Se questo e' il significato di avere una visione di sviluppo del territorio nel tempo allora non ci resta che sperare che a governare Follonica nel futuro non ci siano ne' baldiani, ne' tantomeno, dei saragosiani.

sabato 21 aprile 2012

Ricorso in cassazione sul MareSi’: ma per la citta’ non sarebbe meglio un accordo extragiudiziale?


E’ di ieri la notizia del ricorso in cassazione sulla vicenda MareSi. In un momento di crisi economica cosi’ grave le prospettive di lavoro che potrebbero offrire i villaggi sarebbero una manna per l’intera citta’. E’ evidente l’impossibilita’ di amministrare agilmente una citta’ aspettando decisioni giudiziarie quanto mai lunghe e incerte nell’esito finale. La legge stessa prevede che le problematiche possano essere risolte tramite accordi che possano portare ad una soluzione che accontenti tutte le parti e che soprattutto accontenti l’intera citta’, che altrimenti rischia di restare paralizzata ancora per anni. E’ ovvio che in ogni cooperativa un socio puo’ usufruire di condizioni particolari. E’ evidente che nel caso del MareSi il socio debba essere registrato come ogni ospite, debba essere sottoposto alle normali regole fiscali e che inoltre non possa essere proprietario esclusivo di un alloggio. Allo stato attuale delle cose tutto questo e’ pero’ superato. Non si capisce allora il perche’ non possa essere trovato un accordo. Facendo ulteriori richieste il Comune rischierebbe di incorrere in un grave abuso di potere. Di certo qualunque sentenza del TAR o del consiglio di Stato non potra’ mettere in luce un’eventuale abuso di potere in quanto, per istituto, i tribunali amministrativi esaminano solo gli atti e non i comportamenti tenuti dalle Amministrazioni. Un accordo extragiudiziale sarebbe una soluzione politicamente intelligente e un’occasione da non sprecare soprattutto dopo che i soci hanno rimosso l'articolo contestato, modificando lo statuto come il sindaco stesso ha chiesto. Sono convinto che se l’Amministrazione prendesse una decisione del genere ne uscirebbe alla grande di fronte a tutta l ' opinione pubblica.


Riccardo D’Ambra

mercoledì 18 aprile 2012

ULTIMI PREPARATIVI


La nascita di Venere (Botticelli)

Ultimamente le iniziative del Comitato Civico "La Libellula" si sono limitate a riunioni ristrette. Tutto questo perche' siamo ormai prossimi alla finalita' iniziale, ovvero alla registrazione legale di un'associazione che possa presenarsi alle prossime elezioni comunali amministrative. Il nuovo movimento ha gia' un nome e un simbolo. Stiamo lavorando allo statuto e completando il programma. Stiamo costruendo un nuovo blog. Non siamo in molti ma siamo tutti convinti di voler creare qualcosa di nuovo e di esempio per il futuro. Nessuno di noi vive di politica, ma l'amore per la nostra citta' ci spinge ad occuparci di tutto quello che accade per cercare di migliorarlo. Questo compito non e' solo nostro, ma di qualunque cittadino che e' egli stesso parte della cosa pubblica. Chiunque abbia voglia di partecipare e' il benvenuto. La democrazia esiste solo se c'e' la partecipazione.

venerdì 13 aprile 2012

ANCHE SEL NEL CALDERONE ...

Vendola indagato con due ex assessori
e un vescovo per ospedale ecclesiastico

Nel mirino una transazione di 45 milioni non conclusa
Il governatore:«E' al di là di ogni mia immaginazione»

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Il governatore della Puglia Nichi Vendola
BARI - Il presidente della giunta regionale pugliese, Nichi Vendola e gli ex assessori regionali pugliesi alla Sanità Alberto Tedesco e Tommaso Fiore sono indagati dalla Procura di Bari per una transazione da 45 milioni non conclusa tra Regione Puglia e l'ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari).

Indagato anche il vescovo. Abuso d'ufficio, peculato e falso sono le ipotesi di reato che vengono contestati, a vario titolo, al governatore pugliese, agli ex assessori alla sanità, Alberto Tedesco e Tommaso Fiore, a monsignor Mario Paciello, vescovo della diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e a don Mimmo Laddaga, direttore dell'ospedale ecclesiastico Miulli di Acquaviva. L'inchiesta, condotta anche in questo caso dalla pm della Procura di Bari Desiree Digeronimo, riguarda una transazione da 45 milioni di euro mai portata a termine tra la Regione Puglia e il Miulli. L'accordo sarebbe servito a chiudere un contenzioso amministrativo da 80 milioni.

La vicenda.Il Miulli aveva presentato ricorso al Tar per chiedere il ripiano dei 42,6 milioni di disavanzo maturati dal 2002 al 2007. L'ospedale sosteneva di essersi indebitato per costruire la nuova grande sede con fondi propri (76 milioni fino a fine 2008) perchè non aveva potuto utilizzare i fondi pubblici destinati all'edilizia sanitaria. In pratica il Miulli sosteneva che le spese sarebbero state maggiori rispetto ai rimborsi della Regione per le prestazioni sanitarie.

Le reazioni. «Ribadisco la mia totale assoluta estraneità a fatti che sono al di là di ogni mia immaginazione». Lo afferma in una nota il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, a proposito della nuova indagine della Procura di Bari che lo vede coinvolto relativa a una transazione tra l'ente e l'ospedale ecclesiastico Miulli. «Qualche ora fa - conferma il governatore - ho ricevuto la notifica di una richiesta di proroga di indagini da parte del gip di Bari. Si tratta di un procedimento penale del quale non avevo mai avuto alcuna notizia. Dal tenore dell'atto non sono in grado di capire ciò che mi sarebbe addebitato, ma, considerati i nomi coinvolti, deduco che si tratti di questioni relative all'Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti. Sono rammaricato di aver ricevuto solo oggi questa notizia perchè se la stessa mi fosse stata comunicata appena ventiquattr'ore prima, come è nel mio costume, avrei potuto informare la stampa e l'opinione pubblica in una unica soluzione». «Quanto al merito, se per il professor Sardelli mi si addebita di aver fatto vincere il migliore - prosegue Vendola - qui per davvero non riesco ad immaginare nulla che possa riguardarmi, e tuttavia riserverò a questo secondo appuntamento, come nel mio stile e nella mia cultura, il medesimo impegno e la medesima serenità che si deve al lavoro della magistratura. Spero che la vulgata del non c'è due senza tre non mi riproponga l'ulteriore amarezza di nuove comunicazioni per addebiti che sento sinceramente e convintamente molto lontani dal mio modo di essere».

LA FUSIONE FREDDA ORMAI E' UNA REALTA'

Ieri ho parlato con una persona molto competente che mi ha detto che avrebbe partecipato' ad un incontro scientifico internazionale. Mi ha spiegato la scoperta casuale che un fisico italiano ha fatto e che, se sviluppata, cambiera' il nostro mondo. In pratica la fusione fredda, che e' sempre stata ricercata con grandi sforzi economici, sarebbe in realta' molto semplice da realizzare. Naturalmente ormai dietro la scoperta italiana e' partita la NASA per riprodurre e mettere appunto una macchina in grado di realizzare l'energia. Si potranno sviluppare con questa tecnologia apparecchiature che producono calore a 400 gradi (e quindi energia elettrica con tecnologie gia' esistenti) avendo le dimensioni di un chip per computer fino ad una intera centrale di dimensioni enormi. Se le lobby del petrolio e del nucleare non ce la faranno ad affossare tutto, in un prossimo futuro molto vicino avremo energia pulita a costi irrisori. Questa e' la dimostrazione di quanto ho sempre sostenuto, ovvero che l'ambiente non si salva con gli "urlatori" ignoranti, ma anzi tramite scienziati intelligenti e preparati ...

Per chi vuole approfondire gia' su internet si trovano molte informazioni utili.

1994-2011: la fusione fredda Nichel-Idrogeno (Ni-H) [modifica]
Schema del reattore nichel-idrogeno ideato da Piantelli e Focardi per la misura dell'eventuale calore in eccesso[107]
Nel 1989 il biofisico Francesco Piantelli, dell'Università degli Studi di Siena, mentre stava effettuando studi su campioni di materiale organico[108], si accorse della presenza di un'anomala produzione di calore[109]. Comunicò il fenomeno da lui osservato a Sergio Focardi, fisico dell'Università di Bologna, e i due decisero di creare un gruppo di lavoro cui si aggiunse Roberto Habel, membro dell'INFN presso l'Università di Cagliari,[110][111][112] al fine di approfondire la causa di quell'anomalia termica.[113]
Dopo circa tre anni, gli studi approdarono a significativi risultati permettendo la costruzione di un reattore Nichel-Idrogeno sufficientemente efficiente. Passarono altri due anni di sperimentazioni e finalmente il 20 febbraio 1994, in una conferenza stampa presso l'aula magna dell'Università di Siena, venne annunciata la messa a punto di un differente processo di produzione di energia per mezzo di Reazioni Nucleari a Bassa Energia (LENR)[114], profondamente differente da quello fatto da Fleischmann e Pons[115][116].
Il loro processo si basava sull'uso di una barra di nichel, mantenuta per mezzo di una resistenza elettrica ad una temperatura di circa 200-400 °C e caricata con idrogeno attraverso un particolare processo[117][118].
Quando la reazione è innescata, ovvero quando la barretta di nichel cede più energia di quanta sia necessaria per il riscaldamento della stessa, vi può essere anche una debole e discontinua emissione di radiazione gamma che potrebbe testimoniare una possibile origine nucleare di tale fenomeno[119][120].
In base alle dichiarazioni dagli autori, attualmente gli esperimenti sono indirizzati ad un miglioramento dell'efficienza complessiva del sistema, al fine di realizzare un generatore di energia termica ed elettrica completamente autonomo.[121]

Riccardo D'Ambra