venerdì 16 dicembre 2011

I Gorgonesi scrivono al Presidente della Repubblica

Isola di Gorgona, 11 dicembre 2011

COMUNICATO STAMPA. LO STATO SFRATTA UN INTERO PAESE. ALLERTATA LA POLIZIA DI STATO CONTRO CITTADINI INERMI CHE DIFENDONO SOLO LE LORO CASE E LORO TRADIZIONI.

Le mani sull'isola di Gorgona. La polizia di stato vuole cacciare il 31 dicembre 2011 i gorgonesi dalle loro case, per privarli dei loro affetti, della loro storia e delle loro origini. Quando lo Stato diventa l'aguzzino del suo popolo (11 dicembre 2011)


Qualcuno o qualcosa sta mettendo le mani sull'isola di Gorgona. Il 2011 ha visto un escalation di iniziative per liberare l'isola di Gorgona dal carcere e dai suoi abitanti. I motivi ancora non sono chiari, ma di sicuro c'è un disegno o un regista occulto che sta cercando di accaparrarsi una delle più belle isole italiane. L'ultimo scellerato scippo è un'iniziativa del Demanio di Stato, proprietario per noi di tutti gli immobili gorgonesi, che ha inviato una lettera minatoria ai 64 residenti gorgonesi intimando loro di lasciare le case entro il 31 dicembre 2011. Un fulmine a ciel sereno, inaspettato e inaspettabile, che vedrebbe l'antico borgo dei pescatori sparire in un sol colpo dopo più di due secoli di storia. Solo due mesi fa si è iniziato a parlare della chiusura della colonia penale, l'altra realtà che anima l'isola di Gorgona. C'è ancora un interrogazione parlamentare scritta al ministro della Giustizia per saperne la veridicità e i dettagli. Il fatto che le case del Demanio devono essere abbandonate anche dal personale della polizia penitenziaria non fa che confermare le possibili dismissioni del carcere.Il 1 gennaio 2011 vennero tolti improvvisamente i collegamenti marittimi. Qualcuno o qualcosa sta tentando di mettere le mani sull'isola di Gorgona. Gli abitanti si opporranno con tutte le loro forze a questo disegno, in tutte le sedi possibili. Intanto sembra che sia stata allertata addirittura la polizia di stato su degli inermi cittadini che vogliono difendere la loro storia, le loro origini e i loro affetti. Questo non è il nostro Stato ma un regime di aguzzini.

Lettera al Presidente della Repubblica (11 dicembre 2011):

Gentile Presidente della Repubblica, siamo gli ultimi abitanti dell'antico borgo dei pescatori dell'isola di Gorgona. Il nostro paese, la nostra storia e i nostri affetti stanno per essere cancellati da una decisione scellerata del Demanio di Stato che, improvvisamente e senza un valido motivo, ci ha chiesto di lasciare le case che abbiamo in concessione entro il 31 dicembre 2011. Scomparirebbe improvvisamente un intero paese e i suoi 64 abitanti che da due secoli abitano Gorgona. Siamo in regola con i pagamenti e ci siamo sempre fatti i lavori da soli affinché le case resistessero al tempo e alle intemperie. La preghiamo di intervenire affinché questa decisione venga revocata e si trovi un'intesa fra il Demanio e gli abitanti.

Lettera aperta al sindaco di Livorno (Isola di Gorgona, 6 dicembre 2011): "Fermi il genocidio dei gorgonesi"
"Gentile Sindaco del Comune di Livorno, Le scriviamo forse per l'ultima volta come abitanti dell'isola di Gorgona, una frazione del Comune che Lei amministra e per la quale vogliamo una risposta. Vogliamo sapere da Lei, che dovrebbe tutelarci come parte integrante del suo territorio, perché non sta facendo niente per impedire che il villaggio dei pescatori gorgonesi e i suoi ultimi abitanti vengano spazzati via da una decisione scellerata del Demanio. Come Lei ben sa, il 31 dicembre 2011 è stato chiesto agli ultimi discendenti gorgonesi di lasciare le case che hanno in affitto da due secoli, facendo scomparire improvvisamente quella piccola comunità gorgonese che ancora vive lì. Se questa iniziativa del Demanio andasse in porto l'isola diventerà solo un carcere, fino a quando qualcuno non si accorgerà degli enormi sprechi che procura alle casse dello Stato, e dei gorgonesi, del loro paese, della loro storia, dei loro affetti, del loro cimitero non resterà più traccia. Non sarà più permesso loro nemmeno di sbarcare sull'isola a causa delle restrizioni della colonia penale. Saranno cacciati come reietti dal loro paese di origine, un vero genocidio a cui Lei non si sta opponendo. Noi L'imploriamo affinché questo non succeda, attraverso degli atti amministrativi ben precisi che garantiscano una volta per tutte alla discendenza gorgonese di non essere più così minacciata nella sua esistenza e possa svilupparsi di nuovo e mantenere una sua identità. Noi, dal canto nostro, abbiamo assicurato al Demanio ogni disponibilità affinché vengano stipulati dei nuovi contratti, vengano sistemate le pendenze e vengano fatti i lavori necessari per abitare il paese di Gorgona, con tempi e regole certe che ci rassicurino per il nostro futuro e quello dei nostri figli. Lei, Signor Sindaco, deve farsi carico di chi l'ha eletto e deve difendere il suo territorio e la sua popolazione. Non può fare finta di niente e girare la testa dall'altra parte mentre le stanno portando via una parte del suo stesso Comune. Rimaniamo fiduciosi affinché qualcosa di definitivo e positivo venga fatto prima del 31 dicembre 2011. Dopo non ci resteranno che altre forme di protesta più eclatanti, come indirizzarci di nuovo al Presidente della Repubblica, al Parlamento,alla Comunità Europea, ai media, ai giudici e a qualsiasi altra iniziativa possa garantirci la nostra sopravvivenza sull'isola. Intervenga Lei prima che sia troppo tardi".

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