giovedì 9 giugno 2011

FLORIDA E' GUERRA SUL PROGETTO

Se il piano passa sarà quintuplicato, emendamento Pdl in consiglio

PAOLA VILLANI

FOLLONICA. «La cubatura concessa è eccessiva torniamo a quella stabilita nel 2000». Per il recupero del Florida chiesto un passo indietro all’amministrazione dall’opposizione. La ristrutturazione dell’ex dancing di viale Italia torna in discussione: attraverso un emendamento al Regolamento urbanistico, che andrà in approvazione Domani in consiglio comunale, Charlie Lynn (Pdl) chiede che si torni alla vecchia concessione inerente alla ristrutturazione, 500 metri cubi di volumetria e non i 3000 previsti ad oggi nell’atto che sta per diventare definitivo.
La vicenda parte da lontano: da anni il Florida è in disuso e l’area oggi è completamente degradata. Non è solo la sua posizione, di fronte al mare e in pieno centro, ciò che rende speciale quel posto, ma sono soprattutto i ricordi dei follonichesi che su quella pista da ballo hanno trascorso la gioventù. Adesso la previsione urbanistica per quell’area è legata oltre che alla possibilità di creare nuovamente una sala dancing anche al commercio, e se negli anni’90 il Comune aveva stabilito che l’edificio poteva essere ricostruito solo per un quarto della cubatura esistente, oggi si potrà rifare totalmente la struttura per la cubatura del vecchio locale da ballo. Lynn chiede che si ritorni al passato. «La ragione per cui ho presentato l’emendamento - spiega - nasce da una serena lettura delle carte comunali che mi hanno portato a ricostruire la vicenda Florida, la cui storia ancor oggi è piena di punti interrogativi. La volumetria originaria di 500 metri cubi venne confermata dalla variante al centro urbano del 2000 per la sua idoneità a riproporre l’armonia estetica del lungo mare nel rispetto della tradizione storica dell’edificio. A tale provvedimento la proprietà ricorse al Tar contro il Comune che ne uscì vincitore e così venne nuovamente confermata la volumetria di 500 metri cubi. Quali sono state allora le motivazioni per cui oggi il Comune, nonostante questa sentenza, smentisce se stesso preparandosi ad approvare la concessione di una volumetria per 3000 metri cubi?»
I punti interrogativi aumentano se risaliamo al 1988 quando con una delibera di giunta, poi ratificata in consiglio con il solo voto favorevole dell’allora Partito Comunista, il Comune rinunciò alla convenzione datata 1930 con cui si prevedeva il canone annuo di 1 lira a vita e senza spese di manutenzione, aprendo così le porte alla proprietà privata. Allora Luigi Cacialli era assessore ed oggi, nel 2011, in qualità di consigliere e presidente della commissione urbanistica si prepara insieme ai i suoi colleghi democratici ad approvare il provvedimento.
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