venerdì 17 giugno 2011

LA VERA FACCIA DEL PD SU ACQUA E ASA

 
L'ex assessore comunale in quota Pd, ora presidente Asa, rivela: ai referendum mi sono astenuto, avrei votato NO sui due quesiti sull'acqua e forse anche sul nucleare

Una cosa è chiara di questo referendum: il Pd dopo le batoste elettorali prese a Milano e Napoli con vittorie di candidati del tutto estranei alla loro area, ha cercato di montare sul carro referendario quando ha visto che l'aria stava cambiando e anche i referendum sarebbero stati invasi da cittadini che avrebbero votato a prescindere dalle indicazioni dei partiti.


Questa premessa è dovuta per capire meglio le dichiarazioni che il presidente Asa Del Nista ha rilasciato questa mattina a Il Tirreno.

Serve tuttavia un'altra premessa, cioè che, come da noi scritto subito dopo la nomina degli assessori nel 2009, la Giunta livornese è partecipata da importanti azionisti di maggioranza che sono banche, in particolare Monte dei Paschi, e Confindustria. Non è un caso che l'assessore al bilancio del Comune di Livorno sia sempre un uomo delle banche, Del Nista nelle precedenti legislature e Valter Nebbiai in questa. Ma il Monte dei Paschi è rappresentato anche da Ritorni allo sport. E non è un caso che come presidente Asa oggi ci sia Del Nista che non è lì tanto come funzione pubblica ma a garanzia ed interesse del Monte dei Paschi ed altre banche che hanno emesso un prestito di 74 milioni di euro ad ASA.


Del Nista nell'intervista di questa mattina punta il dito proprio sugli intrecci fra banche e privati che a suo dire garantiscono gli investimenti: «Genova (cioè il socio privato di maggioranza AGA SpA ndr) mette i soldi nel capitale, mica negli investimenti. Quelli li facciamo indebitandoci con le banche e il 7% copre a malapena gli interessi: il finanziamento di 74 milioni di euro ottenuto nel giugno dello scorso anno dal sistema bancario mette in moto un ingranaggio finanziario tale da creare 230 milioni di lavori sul territorio». «Guai se eventuali incertezze mandassero in fibrillazione i rapporti con le banche e creassero intoppi a questo meccanismo di investimenti». A parlare più che un funzionario pubblico con obiettivo di tutelare un bene comune e l’interesse della collettività, sembra un membro di un consiglio di amministrazione di una banca.


Strano tuttavia che a fine del 2008 il sindaco Cosimi (allora capogruppo DS in consiglio comunale e strenuo sostenitore della privatizzazione), affermò pubblicamente di voler riacquistare da Amga (la SpA genovese che oggi si chiama AGA ndr) il 40% delle quote dicendosi "insoddisfatto per la scarsa attenzione posta da AMGA al nostro territorio". Il neopresidente Del Nista invece affermò pubblicamente che il socio privato "ha pensato soltanto ad ottenere utili da questa situazione". La Cgil invece denunciò lo scarso peso del socio pubblico nel consiglio di gestione, saldamente in mano privata.


Certo, la vittoria del referendum non esaurisce tutte le complessità legate alla gestione dell’acqua e agli assetti societari che devono garantire il servizio. Il referendum innanzitutto dà indicazione incontrovertibile che l’acqua non è un bene che devono gestire i privati a piacimento e sulla quale massimizzare i profitti. L’acqua è innanzitutto un diritto ed un bene comune e è impensabile che qualcuno si metta al tavolino a investire capitali per massimizzare profitti e incentivare il consumo (non il risparmio) di un bene così prezioso.


Servono tuttavia proposte, anche perché non è coi princìpi che si gestisce un acquedotto ed un servizio così fondamentale. Ma il referendum i princìpi da seguire li ha dettati chiaramente e vanno oltre la questione tecnico-legislativa e un presidente come Del Nista non può rispondere con il fatalismo di uno che dice: “Così è”.

I Comitato referendari dell’acqua non fanno ideologia o demagogia. I Comitati faranno proposte concrete e già dalla prossima settimana, anche a Livorno, organizzeranno incontri con esperti del settore e membri nazionali del Comitato che verranno ad illustrare le proposte concrete che poi saranno messe sui tavoli delle amministrazioni locali.

Senza mai dimenticare, caro Del Nista, che in città come Parigi e Berlino (non Fauglia o Frittole) l’acqua è stata ripubblicizzata dopo un’esperienza negativa con i privati.

Probabilmente il problema di fondo per Del Nista non è trovare una soluzione che dia seguito all’indicazione referendaria ma andare a dire a banche e privati che mangeranno meno, oppure agli infiniti Consigli di amministrazione parapubblici che ci sarà da risparmiare sui loro compensi.

Sul prossimo numero cartaceo di Senza Soste in uscita nei prossimi giorni troverete uno speciale sulla situazione di Asa con l'intervista ad una Rsu dell'azienda e un breve riassunto della storia di Asa.


Tratto da: http://www.senzasoste.it/locale/del-nista-la-vera-faccia-del-pd-su-acqua-e-asa#.TfslJV7e84Q;facebook

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