domenica 8 gennaio 2012

Nave dei veleni, 200 al corteo

 

'Il mare non e' una discarica". Guidati da questo slogan almeno 200 persone hanno partecipato oggi a Livorno alla manifestazione per 'sapere la verita sull'incidente della nave che il 17 dicembre scorso ha perso circa 200 fusti di sostanze pericolose in mare, a 23 miglia dalla città toscana, a nord dell'isola di Gorgona. Alla protesta, organizzata al porto mediceo, hanno aderito decine di partiti, comitati e associazioni anche non toscani.

«Siamo qui per chiedere informazioni alle autorità - spiega Alessandro Giannì, direttore campagne di Greenpeace Italia - L'impressione è che neanche le autorità sappiano cos'è successo ed è la cosa veramente grave». «Non vogliamo che diventi un'altra Moby Prince» giurano i manifestanti. Tra gli intervenuti anche alcuni esponenti delle forze di maggioranza in Comune (Idv, Sel, Pd e tra questi l'assessore comunale all'ambiente Mauro Grassi), ma quando uno di loro - il consigliere Arianna Terreni - ha preso la parola alcuni manifestanti hanno protestato. «Anche noi - ha risposto la Terreni - vogliamo che questa storia non finisca sotto silenzio e porteremo la protesta all'interno delle istituzioni. Più voci siamo, più risposte avremo». Il proposito di coloro che hanno partecipato al presidio è di organizzare per fine febbraio un convegno internazionale «di tutti i popoli che si affacciano sul mar Mediterraneo per controllare e vigilare sugli organismi istituzionali che dovrebbero tutelare l'ambiente». «Non è possibile - conclude Giannì - che in un'area che si ritiene protetta come il santuario dei cetacei, un accordo internazionale che è stato ratificato dall'Italia più di 10 anni fa, ci si trovi a questo punto. Greenpeace ha denunciato lo stato vergognoso del Santuario dei Cetacei, abbiamo dimostrato la contaminazione delle sogliole del Santuario, di varie zone dei fondali del Santuario e abbiamo ottenuto dalle Regioni (Toscana e Liguria) la convocazione di un tavolo tecnico per avviare finalmente una gestione seria. I problemi del santuario sono noti e sicuramente i trasporti sono una parte. Il Santuario è un'area antropizzata, ma si può cominciare ad avviare pratiche di gestione, partendo da un registro elettronico dei rifiuti imbarcati per controllare cosa parte e cosa arriva».

8 gennaio 2012

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